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Boxe, Sirine Charaabi: “So che posso dare di più. L’unica mia avversaria sono io”

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Sirine Charaabi
Charaabi / Federico Militello

Sirine Charaabi comincia bene il suo percorso al torneo preolimpico di boxe, in corso di svolgimento alla E-Work Arena di Busto Arsizio, sconfiggendo al debutto la polacca Sandra Drabik per split decision (4-1: 28-28, 28-28, 28-28, 26-30, 28-28) dopo aver ricevuto un bye al primo turno e qualificandosi così per gli ottavi di finale nei 54 kg, in cui se la vedrà con la spagnola Marta Lopez Del Arbol. In questa categoria vengono messi in palio quattro pass per le Olimpiadi di Parigi 2024, dunque la nostra portacolori è a due vittorie di distanza dalla capitale francese

È stato un incontro duro, ma anche perché ho sofferto tanto l’attesa di iniziare il torneo e rompere il ghiaccio. Questa ragazza già la conoscevo, l’avevo battuta più facilmente. Oggi penso che sia dovuto ad un insieme di cose: l’attesa, l’ansia di rompere il ghiaccio. Non sono riuscita ad esprimermi al meglio, ma non fa niente. Devo prendere gli errori che ho fatto in questo match e cercare di migliorare nei prossimi. Darò il massimo. Ho sofferto tantissimo per essere qui e ce la metterò tutta“, racconta Charaabi al termine del combattimento.

Sul warning ricevuto nel terzo round, l’azzurra ritiene tutto sommato corretta la decisione arbitrale:Sì, perché legavo molto. Potevo riuscire a staccarmi, ma era un po’ anche lei che era bella tosta e faceva sembrare che fossi solo io a legare. Eravamo tutte e due, però non fa niente, ci sta. Ora lasciamo alle spalle questo incontro e pensiamo ai prossimi“.

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Sul motivo della poca brillantezza nelle fasi finali della terza ripresa:Io sto bene. Semplicemente dovevo rompere il ghiaccio, posso fare molto meglio e lo so. Era più una questione mentale, non fisica. La prossima avversaria? Conosco la spagnola, ma non ci sono problemi. L’unico mio avversario sono io. Non ho problemi per le altre. Se decido di fare un ottimo match, vinco e porto a casa il risultato. Se invece non mi sento sicura al 100% finisce un po’ così“.

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