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Formula 1

Ferrari, una rondine non fa primavera. Progressi evidenti, ma a Suzuka il rischio é di tornare sulla terra

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Sainz Leclerc
Sainz Leclerc / IPA Sport

La Ferrari si imbarca dal Tullamarine Airport di Melbourne e fa ritorno verso Maranello con tanti sorrisi ma anche estrema razionalità. Guai a fare sogni troppo grandi. Il rischio di “scottarsi” è dietro l’angolo, ed è successo fin troppe volte di recente. La realtà potrebbe essere molto più complicata di quella vissuta ieri sul tracciato dell’Albert Park. Come in ogni cosa della vita sarà fondamentale estrapolare gli aspetti positivi della trasferta “down under” e analizzare quelli che possono ancora essere migliorati.

Certo, una doppietta come quella che hanno realizzato Carlos Sainz e Charles Leclerc, per mezzo di una SF-24 di alto livello (e lo si era visto sin dalle prime prove libere di venerdì) non è semplice da pareggiare, ma nemmeno rimanere con i piedi piantati al terreno. I problemi tecnici di Max Verstappen hanno solamente in parte cambiato le carte in tavola. Anche senza lo stop del tre-volte campione del mondo, i due piloti del Cavallino Rampante avrebbero disputato una gara maiuscola.

Ora, però, arriva il banco di prova per eccellenza. Una delle piste, anzi forse “la” pista più indicativa dell’intero calendario: Suzuka. Anticipato rispetto al canonico mese di ottobre, il tracciato nipponico sarà la cartina tornasole ideale per tecnici ed ingegneri di Maranello. Una Rossa eccellente anche sui curvoni della pista giapponese farebbe davvero capire che la strada intrapresa è quella giusta e, soprattutto, altre vittorie in questa stagione potrebbero essere tutt’altro che un sogno. Ma, come ogni volta, andiamo ad analizzare la situazione nel dettaglio. Con pro e contro.

MIGLIORAMENTI MESSI A SEGNO

  • Consumo gomme

Rispetto ad un anno fa la SF-24 appare di un altro pianeta rispetto alla sua vettura precedente. In gara molto spesso Leclerc e Sainz iniziavano ad accusare una inconsistenza evidente con le proprie gomme specialmente con il pieno di carburante. Di pari passo le gomme hard erano inefficaci sin dai primi chilometri. Ora, dopo mesi di lavoro specifico, la durata è stata allungata in maniera evidente, come si è visto ieri a Melbourne.

  • Affidabilità

Ricordate come era iniziato il Mondiale 2023? Leclerc che parcheggiava la sua Ferrari nel corso del GP del Bahrein. Un campanello d’allarme che aveva visto altri momenti non semplici fino, almeno, a metà stagione. Da li in avanti, infatti, il team emiliano ha puntato molto sulla solidità delle proprie vetture, concludendo senza intoppi il 2023 e iniziando il 2024 di pari passo.

  • Stabilità in ingresso curva

Uno degli aspetti decisivi per le F1 di questa era. La Ferrari, come si è visto nelle non semplici curve dell’Albert Park, ha ritrovato una stabilità in ingresso di curva che mancava ormai da tanto tempo. In questo modo il retrotreno risulta più stabile e, di conseguenza, le gomme non vanno a scivolare provocando surriscaldamento e usura.

ASPETTI ANCORA DA VALUTARE

  • Consistenza in gara vs prestazioni in qualifica

In perfetto stile-Red Bull sembra che a Maranello abbiano voluto “togliere” qualcosa a livello di prestazioni sul time attack del sabato puntando maggiormente sulla prestazione sulla lunga durata. Una decisione saggia e fondamentale per andare a sfidare una RB20 che, se confermerà quanto fatto dalla RB19, in gara assomiglierà molto ad un carro-armato.

  • Comportamento con le gomme nuove

In questa stagione si sono sentiti più volte Leclerc e Sainz lamentarsi che, soprattutto le gomme soft, non avessero prestazione immediata. Si torna quindi a parlare delle qualifiche, dove gli pneumatici devono dare tutto in un solo tentativo. Se, quindi, in casa Ferrari riusciranno a trovare la giusta alchimia in questo aspetto, si potrà tornare a vedere qualche pole position in direzione Maranello dopo le 3 di fila di Verstappen.

  • Efficacia nelle curve veloci e nelle curve da stop&go

Ovvero, quello che Leclerc e Sainz dovranno affrontare a Suzuka. Un mix di curvoni da altissime velocità (per esempio la 130R) oppure quelle in successione nel meraviglioso “snake” iniziale, fino a brusche frenate per tornantini e chicane come l’Hairpin oppure la Casio Triangle. Solitamente a Suzuka vince solo chi ha la macchina migliore. Riuscire ad essere performanti su un tracciato simile darà modo alla Ferrari di guardare con fiducia al prosieguo del campionato. Sono anni ormai che le Rosse faticano in Giappone (ultimo successo nel 2004 con Schumacher). È arrivato il momento della svolta?

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