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Ciclismo
Giro di Catalogna 2024, Pogacar fa il vuoto anche a Queralt. Tiberi protagonista con i migliori
Tripletta per Tadej Pogacar. Altro sigillo per lo sloveno nella sesta tappa del Giro di Catalogna, imponendosi anche a Queralt in solitaria rifilando 56” alla coppia composta da Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) e Mikel Landa (Soudal-Quick Step) e allungando ancora nella generale. Bene Antonio Tiberi, sesto a 2’16” ad una manciata di secondi dalla quarta piazza di Enric Mas, mentre Lorenzo Fortunato (Astana-Qazaqstan) è nono a 2’34”, avanti ad Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe): i due entrano in top 10 della generale, rispettivamente ottavo a 6’23” e decimo a 7’17” dalla leadership di Pogacar.
Bastano pochi chilometri per far andare via la fuga di giornata, composta da due corridori niente male come Bauke Mollema (Lidl-Trek) ed Hugh Carthy (EF Education-Easypost). La coppia in testa tocca poco più di due minuti di margine, con il britannico che passa in testa al Coll de la Batallola e sul Collet de Cal Ros, ma i due vengono presi sulle prime rampe del Col de Pradell.
Sulla salita lunga e scaglionata il gruppo principale si assottiglia, con Sepp Kuss che appare in difficoltà, mentre la UAE Team Emirates gestisce comodamente. L’atteso attacco di Pogacar arriva sulla Collada de Sant Isidre, dove lo sloveno saluta tutti e se ne va ai -30 dal traguardo, guadagna subito un minuto e rimane tutto solo fino al traguardo,
Diventa una lotta per la seconda piazza: Mikel Landa e Antonio Tiberi provano a rimanere in scia, ma durano poco. L’azzurro poi si rialza e forse perde l’attimo in discesa, quando Egan Bernal se ne va via andando a raggiungere Landa (bel segnale per il colombiano) e quando anche Enric Mas si avvantaggia per andare sul duo di inseguitori, ma resiste al ritmo di Joao Almeida e Lenny Martinez, rimanendo con il portoghese e guadagnando comunque posizioni importanti e rimanendo in piena lotta per la maglia bianca di Martinez, lontana solo 31 secondi. Lorenzo Fortunato fa invece un lungo tira e molla, rimanendo con i migliori fino agli ultimi due chilometri e perdendo qualche metro nel finale, ma riuscendo comunque a tenere botta e ad entrare in top 10.