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Jannik Sinner contro Machac per la semifinale a Miami. Mercoledì da spettacolo in Florida

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Sinner / LaPresse

Per dei quarti di finale che cominciano, degli altri che finiscono. Il mercoledì di Miami inaugura il club dei migliori otto per quel che riguarda il tabellone maschile, mentre quello femminile va invece a chiudere il novero di coloro che saranno le semifinaliste in Florida.

Partendo dal Masters 1000, è su Jannik Sinner che si concentrano tutte le attenzioni dell’Italia tennistica. Il numero 3 del mondo è chiamato ad affrontare per la prima volta il ceco Tomas Machac, autore finora di un cammino molto importante partito dall’eliminazione di Andrey Rublev al secondo turno e (finora) proseguito anche con l’aver tolto a Matteo Arnaldi la soddisfazione dei primi quarti 1000 in carriera. Quelli che giocherà il nativo di Beorun, alla terza partecipazione a un torneo di tale categoria nel tabellone principale. Di contro, Sinner ha toccato ieri la doppia cifra battendo l’australiano Christopher O’Connell. Partenza lenta, poi i colpi sono tornati e la fiducia anche per un torneo nel quale dal 2021 in fondo, o vicino, ci arriva sempre.

Si tratterà del tentativo, per Sinner, di continuare una striscia che lo vede con un record di 31-1 contro i giocatori fuori dalla top 30 da Wimbledon 2023 in avanti. Dovrà comunque fare attenzione a Machac, che con il suo stile di gioco molto pulito è in grado di esaltarsi quando si trova di fronte ai big: ne sanno qualcosa anche Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas, entrambi vittoriosi su di lui con parecchia sofferenza rispettivamente a Dubai e a Vienna nel 2023. Il pronostico, ad ogni modo, resta chiaramente e inevitabilmente a favore dell’italiano. Ancora una volta il match si giocherà in prima serata italiana, almeno dalle 20:00.

Sinner batte O’Connell dopo una partenza a rilento e approda ai quarti a Miami

Il vincitore di Sinner-Machac avrà a che fare con uno tra il russo Daniil Medvedev e il cileno Nicolas Jarry. Uno solo il precedente tra i due, sulla terra di Barcellona nel 2019, vinto dall’attuale numero 4 ATP. Un confronto, quello, che suona strano se si considera la totale incompatibilità tra il ventottenne moscovita e il mattone tritato. Sorprendente il cammino del sudamericano, che si era già tirato fuori dalle buche Draper e Seyboth Wild nei turni precedenti e che, invece, è riuscito anche con il sostegno dei connazionali giunti fino a Miami a costringere il norvegese Casper Ruud al rientro in Europa. Per Jarry sarà importante il primo set, dal momento che è quello in cui Medvedev normalmente, in questo torneo, fa fatica a carburare. Finora, però, è sempre riuscito a portarlo a casa: un elemento che sarà cruciale nell’interpretazione del confronto.

Il programma di oggi sarà aperto, incomprensibilmente (e vedremo più avanti perché), da Caroline Garcia e Danielle Collins, protagoniste nei quarti del WTA 1000. Contro la veterana americana, alla sua ultima stagione, la francese ha un bilancio negativo in tutti i sensi: 0-3 e neanche un set conquistato. Rimane però il fatto che la transalpina sta giocando davvero un gran torneo. A testimoniarlo sono le vittorie su Naomi Osaka e Coco Gauff, e data la qualità di giapponese e stella USA per Collins la prospettiva è di partire con i favori del tifo, ma non quelli del pronostico. Vero è, però, che un fattore lo gioca la fiducia: quella che le ha permesso di cedere soltanto 14 giochi in quattro incontri dopo aver perso il primo set dalla connazionale Bernarda Pera all’esordio.

Ad aprire la sessione serale, invece, sarà Jessica Pegula: la numero 5 del seeding dovrà vedersela con la russa Ekaterina Alexandrova, che ha firmato il colpo di mano per eccellenza, perché tale è il significato di battere Iga Swiatek al giorno d’oggi. In questo caso le due si sono confrontate tre anni fa, a Roma, e fu Pegula a vincere. Non c’è dubbio che alla trentenne di Boca Raton una terza semifinale consecutiva nel suo Stato farebbe solo che piacere, e questa volta le prospettive di tabellone per lei sarebbero davvero molto interessanti. Resta da capire come Alexandrova avrà assorbito l’ebbrezza di una vittoria come quella contro la numero 1 del mondo.

E veniamo al lato incomprensibile dell’ordine di gioco. Di solito, chi gioca anche il doppio si inserisce il prima possibile nella programmazione, per ovvie ragioni di tempi di riposo. Questa volta, però, l’organizzazione non ha avuto particolare buonsenso: Alexandrova, impegnata con la connazionale Irina Khromacheva, dopo il suo match in sessione serale, dovrà scendere in campo anche in doppio “after suitable rest”, cioè dopo circa 90 minuti come impone la regola. Di mezzo ci vanno Sara Errani e Jasmine Paolini, che dovranno aspettare un tempo potenzialmente infinito per affrontarle nei quarti di finale. Senz’altro avrebbe avuto più senso invertire Garcia-Collins con Alexandrova-Pegula, in questo stato delle cose, ma la logica del nome Pegula può senz’altro aver avuto un peso nel decidere l’ordine di gioco odierno.

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