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Tennis
La storia di Grigor Dimitrov: talento puro, ‘maestro’, attese non mantenute e il meglio a 32 anni
Talento puro, sulle montagne russe. La storia di Grigor Dimitrov la si può rappresentare un po’ così. Figlio di due ex pallavolisti (il padre Dimitar vinse l’argento alle Olimpiadi di Mosca del 1980 e sarà il primo allenatore, il bulgaro (nato nel 1991) era considerato dagli addetti ai lavori un predestinato e dello stile molto simile a quello di Roger Federer: da juniores è stato n. 1 al mondo, vincitore di Wimbledon e US Open nel 2008, anno in cui passa al professionismo.
Di qui, il nickname “Baby Federer” che poca fortuna gli ha portato nel corso della sua carriera, nella difficoltà oggettiva di uscire da quell’etichetta. Nel 2013, arriva il primo successo nel circuito, a Stoccolma, contro il n.3 del mondo di quel periodo, lo spagnolo David Ferrer (sconfitto 2–6, 6–3, 6–4). Giocatore sopraffino Dimitrov e molto ben dotato fisicamente, capace di spingersi nel 2014 a un tris di vittorie ad Acapulco, Bucarest e il Queen’s.
Un’annata nella quale va annotata la semifinale di Wimbledon, persa contro Novak Djokovic, che gli consente di entrare per la prima volta nella top-10 del ranking ATP. Un riscontro che però poi non ha avuto il seguito previsto per tutta una serie di ragioni tra cui questioni personali, citando la relazione avuta con la russa Maria Sharapova, interprete di altissimo livello del tennis femminile.
Un Dimitrov che ha ritrovato il filo del discorso nel 2017. Si prende il titolo a Brisbane e raggiunge la semifinale degli Australian Open, perdendo al quinto set da Rafael Nadal. Ottiene il successo nella sua Sofìa e conquista il suo primo 1000 a Cincinnati battendo 6–3, 7–5 Nick Kyrgios. Riscontri che lo proiettano al n.6 della classifica mondiale. La chiusura d’autore di quell’annata è la vittoria nelle ATP Finals di Londra, piegando il sorprendente David Goffin (7-5, 4-6, 6-3) e conquistando la posizione n.3 del mondo.
La carriera però di alti e bassi di Grigor si conferma. Il bulgaro crolla al n.79 ATP, pur raggiungendo nel 2019 la semifinale degli US Open, togliendosi la soddisfazione di eliminare nei quarti di finale Roger Federer, ma dovendo alzare bandiera bianca al cospetto del russo Daniil Medvedev. In questo saliscendi di prestazioni, vi sono altri penultimi atti, come a Indian Wells nel 2021 e a Shanghai nel 2023.
Chiusura dell’anno passato suggellata dal raggiungimento della Finale del Masters1000 di Parigi-Bercy, venendo sconfitto in due set ancora da Djokovic. Un risultato che però rappresenta un segno di continuità a 32 anni, considerando che nel 2024 ci sono il nono titolo della carriera a Brisbane e un parziale di 20 vittorie e 4 sconfitte nel 2024. Di conseguenza, il raggiungimento della Finale odierna a Miami, contro Jannik Sinner, non è così sorprendente e certificato dal ritorno in top-10 dal 2018.
TITOLI ATP DI GRIGOR DIMITROV
2013 – Stoccolma (cemento) vs David Ferrer: 2–6, 6–3, 6–4
2014 – Acapulco (cemento) vs Kevin Anderson: 7–6, 3–6, 7–6
2014 – Romanian Open (terra rossa) vs Lukas Rosol: 7–6, 6–1
2014 – Queen’s Championships (erba) vs Feliciano López: 6–7, 7–6, 7–6
2017 – Brisbane (cemento) vs Kei Nishikori: 6–2, 2–6, 6–3
2017 – Sofia (cemento) vs David Goffin: 7–5, 6–4
2017 – Cincinnati (cemento) vs Nick Kyrgios: 6–3, 7–5
2017 – ATP Finals (cemento) vs David Goffin: 7–5, 4–6, 6–3
2024 – Brisbane (cemento) vs Holger Rune: 7–6, 6–4