Tennis
Matteo Berrettini può giocare a Wimbledon col ranking protetto? Cosa serve per il tabellone principale. E Phoenix…
Matteo Berrettini si sta mettendo in bella mostra al Challenger di Phoenix, dove ha raggiunto la finale in maniera autoritaria. Nei primi tre turni ha sempre rimontato giocatori francesi dopo aver perso il primo set, battendo in serie Hugo Gaston, Athur Cazaux (recuperando da 3-5 nel terzo set) e Terence Atmane. In semifinale ha regolato l’australiano Aleksandar Vukic in due tie-break e stasera (a partire dalle ore 22.00) affronterà il portoghese Nuno Borges sul cemento statunitense.
Il romano si è provvisoriamente issato al 142mo posto virtuale del ranking ATP, ma se dovesse riuscire ad alzare al cielo il trofeo guadagnerebbe complessivamente 175 punti e volerebbe in 111ma posizione nella graduatoria internazionale. Segnali importanti per il 27enne, che sta cercando di tornare in auge dopo svariati problemi fisici.
Matteo Berrettini non giocava infatti da oltre sei mesi: l’ultima partita risaliva al 31 agosto 2023, quando si ritirò al secondo turno degli US Open contro il transalpino Arthur Rinderknech. Un’assenza prolungata, mista ai pessimi risultati dell’anno scorso (escludendo gli ottavi di finale a Wimbledon), che lo aveva fatto sprofondare al 154mo posto della classifica mondiale. Proprio per questo motivo il ribattezzato The Hammer aveva deciso di richiedere il ranking protetto.
I tennisti che non giocano da più di sei mesi possono infatti usufruire di questa chance per i primi nove mesi di attività agonistica sul circuito. Come funziona? Si fa una valutazione della classifica del giocatore in questione nei tre mesi precedenti all’infortunio (ovvero l’ultima partita giocata) e si stila la posizione “virtuale” con cui può accedere ai vari tornei. Al momento è 74mo nel ranking protetto.
Questa opportunità vale per nove mesi e per un massimo di nove tornei, escludendo partecipazioni tramite wild-card. Berrettini sta giocando a Phoenix sotto invito, quindi per quanto gli riguarda non ha ancora intaccato il computo degli eventi a cui può prendere parte con questo sistema. Matteo Berrettini potrebbe dunque giocare Wimbledon, partendo direttamente dal tabellone principale (senza dunque passare dalle qualificazioni o sperare in una wild card), se prima dello Slam sull’erba parteciperà a meno di nove tornei (escludendo quelli su invito).
Il main draw gli verrebbe garantito anche se rientrasse grosso modo nelle prime 90-100 posizioni del ranking ATP (il taglio preciso dipende da diverse circostanze), oppure con un invito (magari in virtù della finale del 2021). Visti i suoi precedenti sull’erba e visto l’interessante stato di forma potrebbe anche provare a mettersi in bella mostra in quella circostanza. Dopo Phoenix lo vedremo sicuramente al Masters 1000 di Miami, poi vedremo che strada deciderà di prendere sulla terra rossa verso il Roland Garros e poi sull’erba verso Wimbledon.