Tennis
Monaco: “Sinner è sempre stato un fenomeno, ma ha iniziato a dominare per un motivo”
Con una prestazione impeccabile (solo 10 errori gratuiti e 27 winner), Jannik Sinner ha centrato l’obiettivo di approdare agli ottavi di finale di Indian Wells. Sono 17 vittorie in serie per lui, migliorando il primato italiano di Adriano Panatta. Nel 2024 è imbattuto in 14 partite, con un bilancio di 35 set vinti e 4 persi. In tutto questo, va rimarcato il passaggio di turno agli ottavi di una solida Jasmine Paolini.
Si è parlato di questo nell’ultima puntata di TennisMania, condotta da Dario Puppo (telecronista di Eurosport) in onda sul canale Youtube di OA Sport, con ospite Guido Monaco, commentatore tecnico di Eurosport.
Si è cominciato a parlare degli ottavi di finale della parte bassa del tabellone, dove c’è Sinner e c’è stata la sorprendente sconfitta del russo Andrey Rublev contro il ceco Jiri Lehecka. Monaco si pronunciato su questo primo aspetto: “Lehecka ha un potenziale da top-10, per cui può essere sorprendente fino a un certo punto. Certo, battere Rublev non è certo semplice. Per quanto riguarda la vittoria di Tsitsipas contro Tiafoe, noto nell’americano una flessione nell’ultimo anno, una linea verso il basso. Il greco deve riscattarsi, mi immaginavo una sua vittoria, magari non così semplice“.
Fatta questa premessa, si è fatto un discorso generale sul prossimo scontro tra Sinner e Ben Shelton negli ottavi di finale, in un contesto nel quale vi è la problematica delle palline: “Lui anche ha un potenziale enorme, anche se finora non ha fatto sfracelli e nelle partite prima del confronto con Sinner ha faticato più del dovuto. Jannik, invece, contro Struff ha giocato una partita ai limiti della perfezione. Ha giocato stra-bene contro un tennista che, a sua volta, ha disputato una grande partita e ha cercato di fare tutto il possibile per dare fastidio a Sinner: aggredirlo presto nello scambio e venirgli avanti. Sinner però non ha fatto una piega. Più vedo le partite e più mi rendo conto che con le palle c’è qualcosa, non dico qualcosa che non va, ma c’è una differenza rispetto agli altri tornei, perché comunque nel femminile, per esempio, dove hanno molta meno potenza, vedo proprio una differenza abissale, però anche nel maschile, perché questa palla è particolare, quindi anche alcuni giocatori come può essere Shelton, magari non la sentono bene sulle corde, anche per questo, magari, sbagliano un pochino più del solito. Quello che non ho capito, anche dai commentatori, è che se è vero che si sgonfia, dovrebbe essere, insomma, lascio andare il braccio, la palla non va mai fuori, però poi parlano del kick che rende molto, che salta molto. Allora dico, o c’è un rendimento molto diverso tra i primi game e quando si consumano un pochino, che si sgonfiano, oppure non ho capito bene. Un’ipotesi che faccio io: tre-quattro game dove la palla è molto performante, rimbalza molto, e poi quasi improvvisamente si deteriora presto e quindi gli ultimi game dei nove, diciamo, prima del cambio palla, tende un po’ a sgonfiarsi e ad aprirsi”.
Il timore reverenziale che Sinner incute agli avversari: “La crescita, il timore, anche la sensazione che dà all’avversario, in questo momento, è sicuramente del giocatore con la classifica che ha, di quei tre-quattro contro cui vincere, insomma, è molto dura. Ieri Struff, all’inizio soprattutto, ti lasciava fermo, tirava fortissimo, ha fatto un sacco di serve & volley, a rete è un giocatore straordinario, è un piacere per gli occhi vedere dei giocatori che si sanno muovere così sulla rete, coprire a livello di posizione la rete come Struff. Però Sinner ieri era veramente centrato e credo che quei pochi errori di dritto abbiano un collegamento con queste palle, che ti danno molto controllo. Vedrete che a Miami, come era successo, ricorderete, anche l’anno della finale, il dritto probabilmente avrà qualche problema in più o comunque scapperà un po’ di più, perché comunque la palla sarà più veloce. Crescita pazzesca di Sinner, indubbiamente, completezza che c’è sempre di più, back, volée, è tutto vero, però non è successo dall’oggi al domani, stiamo parlando di un fenomeno da sempre che, pezzettino per pezzettino, con grande capacità sua e di chi lo segue, è arrivato dove speravamo e molti di noi pensavano. Poi, i tempi, uno poteva pensare che ci arrivasse tra un po’, un po’ di meno, però con quella testa, con quell’attitudine penso che quasi tutti fossimo convinti. Quindi adesso, quello che voglio dire, non è che ogni volta che fa un back o ogni volta che fa una bella volée dobbiamo gridare al miracolo come se fosse successo qualcosa di così pazzesco: è tre del mondo, verso il due, è un fenomeno, lo è sempre stato, il suo il suo percorso di completamento è iniziato un bel po’ di tempo fa, in certe partite lo si vede di più, in certe partite di meno, però mettiamo le cose nell’ordine giusto. È uno che può rischiare di dominare la stagione, quindi non è che ci possiamo stupire se fa una bella volée. Ecco, questo volevo dire“.
L’aspetto che ha permesso a Sinner di salire ulteriormente di livello: “Io vado dicendo da un bel po’ di tempo che lui avrebbe cambiato marcia nel momento in cui sarebbe diminuito il margine di rischio, preso un po’ meno a pallate i giocatori, cioè dosando un pochettino questa cosa, al di là delle variazioni, al di là del servizio, che sicuramente sono importanti, il servizio in particolare. Adesso lo sta facendo: sono diminuiti gli errori. Quando lui ha cambiato marcia? Quando sono diminuiti gli errori, perché lui tendenzialmente sbagliava tanto perché rischiava tanto, e ha abbassato come ha fatto Agassi ad un certo punto della carriera, in concomitanza con l’incontro con Gilbert, come hanno fatto altri giocatori, ha trovato un equilibrio migliore tra spinta ed attesa. Certo, spinge sempre tantissimo, la sua palla esce che è un piacere dalle corde quando il dritto funziona, tipo ieri, allora poi davvero diventa un giocatore semi-imbattibile. Per noi italiani è tutto nuovo, è tutto un po’ nuovo. Non abbiamo mai avuto un giocatore così giovane, così ambizioso, che è così vicino alla vetta, quindi magari c’è chi ha paura di rovinarlo, perché ne abbiamo rovinati con l’ambiente che si crea. Io credo che comunque quando gioca in Australia, quando gioca in America, il rischio che lui senta molto la pressione è un po’ minore, nonostante sia molto cercato dai fan, lo sappiamo, lui stesso l’altro giorno ha detto una cosa che mi ha un po’ colpito: ‘Ci sono tanti giocatori nel circuito, seguiteli tutti’. Penso che in Europa, soprattutto con la stagione sulla terra, poi con Wimbledon, l’erba, magari quella pressione andrà un po’ a salire, ma lo sanno, lo sa lui, lo sa il suo team, quindi troverà il modo di gestirla. E se non ci riuscirà quest’anno, come è successo un po’ ad Alcaraz dopo Wimbledon, è un’esperienza che poi servirà per l’anno dopo, per gli anni a seguire, per gestirla meglio. Siamo sempre lì: non è che uno nasce imparato, anche se è Sinner, deve sbatterci un po’ il muso e comunque mi sembra attrezzato per riuscire a farlo, o comunque ad imparare da eventuali errori“.