Seguici su

Ciclismo

Pogacar e i fenomeni: attacchi a 80 km dall’arrivo e corse scontate. Spettacolo o noia per il ciclismo?

Pubblicato

il

Pogacar / LaPresse

Bene, bravo, bis. Tadej Pogacar letteralmente fuori scala ieri alla Strade Bianche, senza avere pietà dei suoi avversari. Un attacco ad oltre ottanta chilometri dal traguardo, ‘dichiarato’ come se stesse giocando a biliardo con gli amici, per una leggendaria cavalcata fino al traguardo di Piazza del Campo, dove ha avuto il tempo di poter alzare la bicicletta come un trofeo. Ma ci vogliamo porre un punto di domanda che farà sicuramente discutere. Quanto queste situazioni danno un boost alla fruibilità del ciclismo?

Intendiamoci, vedere un corridore mettere sul piatto una dimostrazione di forza così netta è un vero e proprio spettacolo. Sembra quasi di essere tornati al ciclismo di una volta, quello ‘eroico’ dei Coppi e Bartali; gli anni in cui la strategia stava praticamente a zero e l’unico obiettivo era quello di sfiancare l’avversario fino a farlo scoppiare. Un ciclismo emozionante. Ma ieri è mancata una componente fondamentale: un vero e proprio duello.

Il ‘problema’ di Pogacar è che sulle strade toscane si è ritrovato letteralmente senza avversario alcuno. Lo sloveno lo aveva anche detto che in fondo il suo scatto era per iniziare a scremare il gruppo, ma nessuno è riuscito a rimanergli a ruota. I vari Thomas Pidcock, Attila Valter, Christophe Laporte e Julian Alaphilippe non sono riusciti a tenere il suo ritmo, finendo lontanissimi dal fenomeno della UAE Team Emirates. E per qualcuno dunque, questa enorme dimostrazione di forza si è rivelata addirittura noiosa.

Forse il vero problema di Tadej Pogacar è che è un fenomeno. Un fenomeno come Mathieu van der Poel, Wout Van Aert, Primoz Roglic, Remco Evenepoel e Jonas Vingegaard: e difatti, le corse in cui sono presenti almeno due di questa stirpe generazionale da strabuzzarsi gli occhi, le corse diventano davvero imperdibili per chiunque. Poiché il fattore mancato ieri, quello del duello tra due o più campioni, emergerebbe in maniera prepotente, lasciando tutto il popolo del ciclismo incollato allo schermo o alla strada per vedere come va a finire.

Invece, quando è presente soltanto uno solo di questi atleti, che al momento sono quasi una categoria a parte, non c’è storia per gli avversari, che non hanno la potenza giusta per poter tenere il confronto. E in questi casi la noia arriva. Più per loro, comuni mortali, sin dalla partenza. Che magari pensano sin dal chilometro zero che non ci sia modo per sconfiggere certi avversari. E diciamo che l’impresa di ieri di Pogacar fa fossilizzare ancor di più il pensiero nella mente dell’intero gruppo…

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità