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Salto con gli sci, casca l’asino norvegese. Paradosso tra Raw Air, Mondiali 2025 e ‘Satelliti’

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Halvor Egner Granerud
Granerud, La Presse

L’edizione 2023-24 di Raw Air porta con sé delle importanti novità regolamentari. Difatti gli organizzatori, nell’intento di caratterizzare quanto più possibile la manifestazione, hanno chiesto (e ottenuto) una serie di cambiamenti normativi rispetto allo svolgimento canonico delle gare.

Andiamo a fare ordine e chiarezza in merito a ciò che accadrà nei prossimi giorni, perché Raw Air diventa a eliminazione. Al termine della tappa inaugurale di Oslo, conclusasi domenica 10 marzo, viene consentito di gareggiare a Trondheim solamente ai migliori 50 della classifica dell’evento.

Dopodiché, a Vikersund, sarà applicato un secondo taglio. La gara conclusiva di domenica 17 sarà riservata solo ai migliori 30 di Raw Air dopo la competizione del sabato. La ‘Finale’, se così può essere definita, avrà un format unico, poiché si disputerà su tre serie! La prima da 30 atleti, la seconda da 20 e la terza da 10. Ad aggiungere un pizzico di confusione, il fatto che le liste di partenza di ogni appuntamento non seguano la classifica generale di Coppa dl Mondo, bensì quella di Raw Air.

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Al di là delle varie complicazioni, c’è una dinamica che fa palesemente storcere il naso. La tappa di Trondheim, programmata infasettimanalmente, è a tutti gli effetti pre-mondiale. Gli impianti saranno quelli sui quali verranno conferite le medaglie iridate del 2025.

Non per caso sono state calendarizzate una gara sul Normal Hill e una sul Large Hill. I trampolini dell’antica capitale norvegese sono nuovi di zecca, dunque verranno affrontati da chiunque la prima volta. Errata corrige. Non da chiunque, bensì solo dai primi 50 di Raw Air dopo Oslo.

Spiace dirlo, perché la Norvegia sta facendo tanto per il salto con gli sci, ma a questo giro il Paese scandinavo casca come l’asino. Il meccanismo è…
A – … in aperta contrapposizione con la recente politica della Fis di salvaguardare quanto più possibile le piccole nazioni.
B – … incoerente con la politica norvegese stessa, al punto da risultare paradossale.

È palese come un colpo di falce dopo Oslo vada a discapito dei Paesi di seconda e terza fascia, generando un handicap proprio in vista di un Mondiale, l’appuntamento dove la partecipazione è più ampia in assoluto. A differenza della Coppa del Mondo non ci sono criteri di eleggibilità e, diversamente dalle Olimpiadi, non c’è un numero chiuso di posti.

Qualcuno dirà: “Capirai che problema, alla fine della fiera sono stati tagliati solo 2 atleti”. Obiezione parzialmente accolta. All’atto pratico è così, ma il vulnus del nonsense in termini di questione di principio resta. In secondo luogo, la formula rappresenta un deterrente proprio nei confronti di chi lotta per superare le qualificazioni.

I saltatori di medio-alto livello che hanno patito una squalifica a Oslo si sono trovati letteralmente azzoppati e hanno dovuto dire addio a Raw Air con largo anticipo. Ne hanno fatto le spese Kasperi Valto e Remo Imhof. Non ne parlerà nessuno, perché il beneficiario della situazione è Noriaki Kasai nonostante un salto deficitario nel primo pomeriggio di domenica.

La presenza fra Trondheim e Vikersund dell’ormai cinquantaduenne giapponese fa comodo a tutti e porta parecchi benefici dal punto di vista dell’attenzione mediatica. Però non si può ragionare per mero interesse  simpatia, bisogna essere intellettualmente onesti.

Se quella squalifica di cui sopra l’avesse patita il Koudelka, lo Zografski o l’Aigro di turno si sarebbe persa automaticamente una nazione. Non sarebbe stato piacevole se lo squalificato fosse stato un italiano o uno statunitense. Non per partigianeria, bensì perché si andrebbe andati a colpire un Paese già costretto a confrontarsi ad armi impari con le superpotenze dell’Esarchia.

Difatti è andata male a Finlandia e Svizzera. Anzi, solo agli elvetici. Valto esce dalla porta e rientra dalla finestra in virtù della decisione dell’azzurro Andrea Campregher, in calo di condizione, di andare a gareggiare nei circuiti minori anzichè proseguire in Norvegia. Quindi, a dispetto delle complicazioni inutili, (quasi) tutti contenti.

È comprensibile il tentativo di connotare in maniera alternativa un appuntamento e, di fatto, grossi scompensi non ce ne sono. Però la federazione norvegese non è forse la stessa entità che si prodiga per sviluppare il movimento statunitense, che sta accogliendo sotto le proprie ali anche quello kazako e che forma le eccellenze estoni? Il paradosso è palese. A proposito di kazaki, chi li ha visti? Si sono presentati a Lahti, hanno disertato Raw Air, preferendo restare in terra finnica per partecipare alle gare cadette.

Peraltro non è la prima volta che l‘organizzazione norsk è vittima di sè stessa. Nel 2023 si spese, giustamente, per avere la prima gara di volo femminile, seppur slegata dalla Coppa del Mondo. Si decise di limitare la partecipazione a 15 atlete, le migliori della classifica di Raw Air. Esattamente come avverrà quest’anno.

Yuki Ito patì una squalifica nella seconda competizione di Lillehammer, scivolando fuori dalla top-15 e trovandosi di conseguenza esclusa dall’appuntamento. L’accaduto generò costernazione tra le colleghe, che chiesero a gran voce il conferimento di una wild card alla nipponica.

Inizialmente gli organizzatori fecero orecchie da mercante, restando arroccati sulle loro posizioni. Cionondimeno, la rinuncia della teenager austriaca Julia Mühlbacher alla gara di volo, aprì uno spiraglio per il “ripescaggio” della giapponese, alla quale alfine fu consentito di prendere parte comunque alla prova di volo. Risultato? Ito chiuse terza. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

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