Salto con gli sci
Salto con gli sci, l’Italia si guadagna il rispetto delle superpotenze. Il 2023-24 è stata una stagione notevole
L’Italia del salto con gli sci ha vissuto un 2023-24 notevole, soprattutto se si guarda al settore maschile, ambito dove la concorrenza è spietata. Il movimento azzurro ha a disposizione solo quattro atleti eleggibili per le gare di Coppa del Mondo, ma ognuno di essi ha messo a referto la miglior stagione della carriera.
In particolare, Giovanni Bresadola ha proseguito il suo interessante percorso di progressiva crescita già intrapreso da tempo. Inoltre Alex Insam è stato in grado di rigenerarsi appieno, rinascendo letteralmente dalle proprie ceneri. Sia l’uno che l’altro sono diventati presenze fisse in zona punti e hanno chiuso la classifica generale nelle prime 30 posizioni.
Come se non bastasse, Andrea Campregher è migliorato esponenzialmente, guadagnandosi l’ipotetica palma di “rivelazione italiana del 2023-24” nella sfera delle discipline nordiche. Non c’è fondista o combinatista tricolore che abbia stupito più del veneto trapiantato in Trentino. Infine, Francesco Cecon ha a sua volta fatto un passo avanti in termini di competitività.
Nel settore femminile va rimarcato come Annika Sieff abbia saputo affrontare con successo la transizione dalla combinata nordica. Non era scontato che la trentina potesse incidere immediatamente una volta catapultata fra le specialiste del trampolino. Invece l’azzurra ha rispettato le più rosee aspettative della vigilia.
L’unica stecca in questo coro angelico è rappresentata dal rendimento delle sorelle Malsiner, rimasto ben al di sotto delle attese. Un periodo difficile può capitare a chiunque, il salto con gli sci è uno sport molto più complesso di quanto sembri.
Allo scopo di motivarsi, Lara e Jessica possono guardare proprio al conterraneo Insam, per il quale si può tranquillamente parlare di resurrezione agonistica. A dimostrazione di come anche per loro nulla sia perduto, soprattutto se l’età è ancora quella di chi ha meno di 25 anni.
Ovviamente tutto va parametrato a ciò che è l’Italia, ovvero una nazione di seconda fascia in un microcosmo dove esistono delle categorie ben precise. Le superpotenze (Austria, Norvegia, Germania, Slovenia e Giappone in ambedue i sessi, ai quali si aggiunge la Polonia in campo maschile) restano complessivamente inarrivabili in virtù del numero di praticanti e degli investimenti effettuati.
Difficile, per non dire impossibile, scardinare certe gerarchie. Però i saltatori e le saltatrici azzurri si sono fatti valere, ottenendo una posizione di rispetto anche in relazione ai titani della disciplina.
Il podio non può essere ritenuto un obiettivo, va considerato un sogno. Trattasi comunque di un progresso nella scala concettuale rispetto alla voce “miraggio” al quale doveva essere classificato solo poco tempo fa.
Se poi si dovesse salire un ulteriore gradino, tramutando le prime tre posizioni in un traguardo effettivamente raggiungibile, ci troveremmo di fronte a un miglioramento sensazionale. Utopia? Lo scopriremo nel 2024-25.