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Salto con gli sci, nei circuiti minori proliferano le gare “ibride”. Altro passo verso un futuro (anche) senza neve?

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Ryoyu Kobayashi / La Presse

Molto silenziosamente, il salto con gli sci ha compiuto un ulteriore passo in una nuova direzione già esplorata nel novembre del 2022. Quella delle cosiddette “gare ibride”, ovverosia competizioni che si disputano con i binari di lancio ghiacciati – dunque prettamente invernali – ma con la zona d’atterraggio priva di neve, come avviene d’estate, quando si plana su materiale sintetico.

Sedici mesi orsono il trampolino di Wisla, in Polonia, aveva ospitato le prime due competizioni di questo tipo valide per la Coppa del Mondo. All’epoca si trattò di un esperimento pianificato allo scopo di smarcare un weekend di dicembre dal cono d’ombra mediatico dei Mondiali di calcio del Qatar. Il circuito maggiore non ha più percorso quella strada, che è tuttavia stata battuta a più riprese negli ultimi giorni da quelli minori.

La Continental Cup (ovverosia il livello cadetto della disciplina) e la Fis Cup (equivalente alla “Serie C”) hanno mandato in scena gare ibride tra Oberhof (Germania) e Zakopane (Polonia). Attenzione, c’è una sostanziale differenza rispetto a quanto accaduto nel novembre 2022. Non era pianificato che queste tappe si svolgessero nel contesto “ibrido”. È stata una soluzione d’emergenza.

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La Federazione Internazionale aveva specificato come l’opzione di gareggiare comunque in emergenza, nel caso di assenza di neve, non fosse contemplata. Almeno in Coppa del Mondo, dinamica confermata da quanto avvenuto nel settore femminile a febbraio. A Rasnov (Romania), dove la zona d’atterraggio è coperta da materiale sintetico, la tappa è stata cancellata.

Eppure, lontano dai riflettori, ci si muove diversamente. Vero che nelle competizioni minori ci si può prendere qualche libertà in più, ma l’accaduto è comunque significativo. Volenti o nolenti, si è creato un precedente. Dunque, un domani, anche la Coppa del Mondo potrà modificare i connotati di qualche proprio appuntamento, mandandolo comunque in scena pur senza neve?

La risposta a questa domanda l’avremo solo con il tempo. Di certo c’è che la disciplina sta cambiando. I prammatici parlerebbero di evoluzione, i puristi di mutazione. Giusto o sbagliato che sia, la via è aperta e continua a essere percorsa. La natura insegna come l’adattamento, non la forza, sia la chiave per sopravvivere.

Se il cambiamento climatico dovesse perdurare o addirittura acuirsi, il salto con gli sci ha modo di “salvare la pelle”, cambiandola (almeno parzialmente). Altri sport non godono della medesima fortuna.

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