Salto con gli sci

Salto con gli sci, sport senza età. Si è chiuso un inverno dall’incredibile forbice temporale. La competitività va dai 16 ai 52 anni!

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Kasai | La Presse

La scorsa settimana è calato il sipario sulla Coppa del Mondo di salto con gli sci. La classifica generale maschile è stata appannaggio dell’austriaco Stefan Kraft, mentre quella femminile ha visto primeggiare la slovena Nika Prevc. Al riguardo, balza all’occhio la differenza d’età tra i due soggetti in questione.

Lui viaggia per i 31 anni, è diventato il secondo uomo a conquistare la Sfera di cristallo dopo aver scollinato le 30 primavere, eguagliando il primato di anzianità stabilito dal polacco Kamil Stoch nel 2017-18 (ci sono esattamente 6 anni di differenza tra i due fuoriclasse, entrambi nati a maggio).

Lei è ancora una teenager, in quanto ha appena festeggiato il 19° compleanno. Non è record di precocità, perché in passato c’è chi la Coppa del Mondo l’ha vinta a 16 anni, ma si deve tornare indietro di quasi un decennio per trovare una trionfatrice più giovane.

L’Area 51 del salto con gli sci. Noriaki Kasai, da oggi cinquantunenne, prepara l’ennesima stagione da atleta! Umano o alieno?

A colpire con forza è però soprattutto la forbice temporale che separa le due contendenti per la Sfera di cristallo femminile. Prevc ha dovuto piegare la forte concorrenza dell’austriaca Eva Pinkelnig (nata nel 1988), che aveva fatto proprio il trofeo lo scorso anno. Insomma, l’età della navigata saltatrice proveniente dal Voralberg è quasi doppia rispetto a quella di chi è nata nell’Alta Carniola!

Aggiungiamo che, tra febbraio e marzo, nel settore maschile abbiamo rivisto in Coppa del Mondo il giapponese Noriaki Kasai, il quale tra poche settimane soffierà su 52 candeline. L’asiatico non si è limitato a fare atto di presenza, ma in determinati contesti è stato ancora competitivo per entrare in zona punti.

A Planica, nei giorni scorsi, lo abbiamo visto saltare solo pochi minuti dopo lo statunitense Tate Frantz, classe 2005. L’americano potrebbe tranquillamente essere il figlio del nipponico, avendo visto la luce ben 33 anni dopo di lui! Peraltro, nel settore femminile, hanno cominciato a lasciare il segno ragazzine nate nel 2008 (la slovena Tina Erzar su tutte).

Non è stato detto nulla che chi segue il salto con gli sci assiduamente non sappia già, ma è doveroso accendere un riflettore più generalista su una sorta di anomalia biologica, data per scontata dagli aficionados, ma che scontata non dovrebbe essere affatto!

Alla luce di quanto accade nell’universo sportivo, dove l’età è un fattore da tenere in considerazione, è singolare trovare una disciplina senza tempo.

A latere, non creda il lettore occasionale che il fisico non incida. Al di là degli inevitabili sacrifici alimentari, per essere competitivi, i saltatori devono sostenere carichi di lavoro in palestra per sviluppare i muscoli degli arti inferiori tutto fuorché banali.

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