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Sci di fondo, Klaebo si prende anche la mitica 50 km di Oslo Holmenkollen. Pellegrino chiude con i migliori

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Klaebo / LaPresse

Johannes Hoesflot Klaebo sfata l’ultimo tabù: la 50 km di Oslo Holmenkollen. Il fenomeno norvegese porta a casa anche l’ultima gara che mai era riuscito a conquistare, e lo fa alla sua maniera: allo sprint, senza permettere a nessuno di superarlo. La sua chiusura arriva in 2:06’50″4, ed è anche una cinquina norvegese quella che si vede sul traguardo.

Se si eccettuano gli sprint validi per i punti in Coppa del Mondo (quelli che servono a Klaebo per rosicchiare qualcosa ad Amundsen), non accade praticamente nulla di rilevante fino a poco prima del 20° chilometro. In quell’occasione è Niskanen il primo a cercare l’azione, fatto che screma il gruppo. Pagano Noeckler, Salvadori e Daprà, che rimangono staccati.

Nyenget prosegue nello sfilacciamento, che costa caro anche al vincitore di un anno fa, Krueger. A metà gara tutti cambiano sci tranne Lepisto: il finlandese si gode così la testa temporanea. Di fatto, al 30° chilometro, sono in 20 a rimanere nel gruppo di testa, e tali restano a lungo.

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Nella zona del 40° chilometro Burman prova a prendere un minimo di margine, ma non arriva oltre i tre secondi. Rimangono davanti Pellegrino e Ventura, mentre al 42° Niskanen, pian piano, riesce a creare problemi ad alcuni altri (nello specifico, la coppia francese Schely-Lapalus e Valnes, tra i più noti). Cede anche Ventura, mentre Pellegrino resta sulle code di Toenseth.

All’ultimo sprint a punti, a 5500 metri dal termine, rimangono in 10. Dopo un altro tentativo di Burman di fare qualcosa, sono i norvegesi a prendere l’iniziativa all’ultimo giro. Lo svedese ci prova ancora al chilometro 47.4, poi è Toenseth a tentare di prendere qualche metro. Nell’ultimo chilometro Klaebo decide di prendere la testa, ma ancora nessuno osa fare alcunché: sarà volata, con Pellegrino unico a reggere i cinque norvegesi e Burman. Dei norge, però, è il rinomato fenomeno a mettere d’accordo tutti: sempre Klaebo, solo Klaebo sul rettilineo finale.

Martin Loewstrom Nyenget può solo prendersi la piazza d’onore a 4 decimi, seguito da Paal Golberg a 1″1. Harald Oestberg Amundsen è quarto a 1″6, Didrik Toenseth quinto a 2″5. Il primo dei non padroni di casa è Jens Burman: lo svedese chiude sesto a 4″8 proprio davanti a Federico Pellegrino, che completa la sua migliore 50 km di sempre.

Ottava posizione per il norge Mattis Stenshagen a 8″7; più staccati gli altri. Iivo Niskanen è nono a 13″4: il finlandese precede l’altro protagonista di Svezia, William Poromaa, a 28″3. In casa Italia, da rimarcare anche il 18° posto di Paolo Ventura, bravo a tenere fino ai chilometri finali, a 1’33″7. Giandomenico Salvadori termina 24° a 1’59″4, Simone Daprà 30° a 2’45″1 e Dietmar Noeckler 31° a 2’46”.

Sul traguardo, alla fine, si forma anche un capannello francese per salutare Maurice Manificat, che chiude a 9’07″9 l’ultima gara della propria lucente carriera. Chiude a 13’45″7, 51° e fuori dai punti, Simen Hegstad Krueger, che cede in questo modo lo scettro di ultimo vincitore. 16’29″1 di ritardo per Andrew Musgrave: lo scozzese paga l’aver rotto un bastone nella prima metà di gara.

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