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Sci di fondo, l’Italia archivia un 2023-24 ‘senza lode e senza infamia’. Stagione interlocutoria, con qualche segnale dalle nuove leve

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Elia Barp
Elia Barp | Pierre Teyssot / Pentaphoto

L’Italia dello sci di fondo ha archiviato un 2023-24 interlocutorio, privo di grandi acuti o di temi particolarmente rilevanti, senza dubbio inferiore al 2022-23. Si è passati dal numero di podi in doppia cifra (11) dello scorso anno a un paio di piazzamenti nelle prime tre posizioni, entrambi firmati dal solito Federico Pellegrino, che per quanto reduce da un inverno “di magra” e ormai avviato verso i 34 anni, resta il faro del movimento.

Certo, sull’assenza di risultati di grido hanno inciso i due seri infortuni patiti da Simone Mocellini. La rivelazione del 2022-23 sostanzialmente non è esistito a causa di un doppio incidente traumatico, che ha di fatto annullato la sua stagione. L’augurio è quello che possa essere assistito dalla salute e che la sfiga, detto con pardon, volga altrove le proprie sgradite attenzioni.

Pure Francesco De Fabiani ha dovuto fare i conti con qualche magagna di carattere fisico, seppur di differente natura. Il trentenne valdostano non sarà in grado di spostare gli equilibri con costanza, ma le sue estemporanee fiammate garantivano comunque piazzamenti di peso alla squadra azzurra, di fatto privata di due dei tre uomini più competitivi.

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Si sono visti dei lampi da parte di chi è venuto al mondo in un anno che ha il “2” come prima cifra e questa è senza dubbio la situazione più incoraggiante regalata dal 2023-24.

In particolare, Elia Barp ha suscitato entusiasmi grazie ad alcuni exploit nel cuore dell’inverno. Sul suo conto, gli addetti ai lavori sono concordi. Il potenziale non si discute. Quando le campane di più campanili scoccano all’unisono, bisogna concludere che l’ora sia esatta. Dunque occhio al veneto classe 2002 in ottica futura, più 2030 di 2026, ma questo è un altro discorso.

Anche Davide Graz e Nicole Monsorno hanno regalato acuti sinora preclusi alla loro estensione vocale, la quale è dunque in evoluzione. Bene così, significa che qualcosa si muove.

Complessivamente, l’Italia dello sci di fondo archivia un 2023-24 inferiore al 2022-23, ma non per questo negativo. È stata un’annata di transizione. In quale direzione non è dato a sapersi, ma se ne riparlerà tra qualche mese.

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