Rugby
Sei Nazioni 2024, Gonzalo Quesada: “Ho passato settimane a convincere i giocatori del loro potenziale”
Il CT della Nazionale italiana di rugby, Gonzalo Quesada, ha commentato in conferenza stampa il successo degli azzurri per 31-29 sulla Scozia nella quarta e penultima giornata del Sei Nazioni 2024: si tratta della prima vittoria in questa edizione del torneo dopo il pareggio in casa della Francia.
L’analisi del tecnico sul cambio di mentalità dell’Italia dal suo arrivo in panchina: “Il merito più grande è dei ragazzi, e di tutto lo staff. Lavoriamo molto, ho passato settimane a convincere i giocatori del loro potenziale, io non ho trasformato niente. Abbiamo vinto contro una squadra forte, arrivata qui ancora in corsa per giocarsi il successo nel torneo, e lo abbiamo fatto con un’ottima disciplina difensiva, con tanto cuore e tanto coraggio, ma anche e soprattutto con un gioco strutturato, gestendo bene le scelte nelle zone del campo ed a seconda del momento della partita“.
L’evoluzione del gioco degli azzurri: “Stiamo mantenendo l’identità coraggiosa costruita negli ultimi tempi dalla squadra, ma allo stesso tempo strutturando il nostro gioco con elementi nuovi. Come allenatore sono naturalmente felicissimo, ma so anche che c’è ancora tanto potenziale inespresso, ed il nostro obiettivo è quello riuscire a farlo quanto prima. Trovarsi sotto 14 a 3 contro una squadra del livello della Scozia non è stato facile, ma non abbiamo mollato mai niente, continuando a credere di poter costruire la nostra partita fino in fondo. Vedere le lacrime di giocatori e staff è stato qualcosa di molto profondo, dobbiamo fare ancora di più per consolidare conquiste come questa“.
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La partita di oggi è cambiata nella ripresa: “Il segreto per noi dello staff è poter contare su un gruppo di giocatori pazzi, il cui caso più preoccupante è proprio quello del capitano. Il livello di impegno è incredibile, stiamo lavorando a qualcosa di complesso e di lungo da costruire, un’identità ed una firma italiana sul nostro gioco, un progetto collettivo, che coinvolge pienamente chi gioca e tutto lo staff. Però, ripeto, io non ho trasformato niente, la Federazione, le franchigie e tutti i club che ho visitato stanno condividendo un obiettivo comune, sentendosi parte di questo progetto, sta a tutti noi lavorare restando focalizzati su questo, a partire dalla settimana prossima in Galles, dove non intendiamo lasciare nulla di intentato per centrare un altro traguardo importantissimo“.
Una rosa profonda con tante soluzioni diverse: “Contro la Scozia è stato difficile scegliere la squadra, le opzioni sono per nostra fortuna tante e quando sono entrati i cambi questo si è dimostrato pienamente. Dalla prima riunione coi ragazzi a Verona siamo usciti con dei lavori di gruppo e con l’identificazione dei focus del nostro percorso, stiamo rispettando quanto ci siamo impegnati a fare e questo è per tutti noi un segnale molto forte sul piano della consapevolezza“.
I problemi di Garbisi sul primo calcio hanno ricordato quelli avuti a Lille e costati la vittoria in casa della Francia: “Intanto va detto che almeno oggi lo stadio era aperto, perché farla cadere in uno stadio chiuso è davvero da record mondiale. Paolo è un leader vero, il suo sorriso dopo la trasformazione che sembrava la replica di quella di Lille è emblematica della forza del suo carattere. Se considerate come ha gestito al piede alcune situazioni, prendendo spesso decisioni meno comode di quello che avrebbe potuto, dà la misura del giocatore e della persona, per noi un punto di riferimento vero“.