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Short track, Italia da poker nei Mondiali di Rotterdam per dimenticare le tensioni

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Arianna Fontana
Fontana / LaPresse

Una rassegna iridata davvero particolare quella che è andata in archivio a Rotterdam (Paesi Bassi) per l’Italia dello short track. Le aspettative erano tante per una squadra che agli Europei aveva fatto particolarmente bene e, nello stesso tempo, ritrovava Arianna Fontana dopo due anni. Attese riguardanti le qualità della compagine, che però sono state inevitabilmente influenzate da fatti che ormai da un biennio accompagnano la Nazionale dei pattini veloci.

Ci si riferisce alle frizioni tra Fontana e la FISG relativamente alle accuse mosse dalla campionessa valtellinese nei confronti di due compagni di squadra, nel caso Andrea Cassinelli e Tommaso Dotti. Fontana, infatti, è andata in rottura prolungata con la Federghiaccio proprio per questi fatti che hanno preceduto le Olimpiadi di Pechino nel 2022. In avvicinamento alla competizione mondiale, il tribunale della Federazione si è pronunciato ed è arrivata un’assoluzione per Cassinelli e Dotti relativamente all’accusa di aver fatto cadere volontariamente Fontana nel corso degli allenamenti.

Non è un caso che l’avvicinamento di Arianna all’appuntamento di Rotterdam sia stato lontano dal gruppo azzurro, con cui c’era un semplice scambio di email, mentre lei si è preparata con la squadra canadese a Dordrecht, visto che in Canada ha trascorso il suo tempo nell’ultimo periodo. Non era, quindi, il contesto tranquillo e sereno che sarebbe stato meglio avere.

Per questo le cadute della stessa Fontana e di Pietro Sighel nei 500 metri, campione del mondo nel 2023, e le sanzioni subite per condotta irregolare avevano fatto pensare che ci fossero stati dei riflessi negativi nel clima dello “spogliatoio”. Ieri però lo spartito è cambiato. Sono infatti arrivate quattro medaglie, ovvero due argenti e due bronzi dal peso specifico importante.

Sull’anello di ghiaccio della Ahoy Arena, Fontana si è tinta di bronzo nei 1000 metri e il podio ha mille significati per quanto detto, trattandosi poi del 13° a livello iridato dopo due anni di stop. Nelle medesima specialità tra gli uomini si è scritto un pezzetto di storia. Sighel e Luca Spechenhauser  sono saliti insieme sul podio, rispettivamente secondo e terzo, replicando un qualcosa che non accadeva dal 1997 in casa italiana. Per il trentino è arrivata la quinta medaglia individuale a livello iridato, mentre per Spechenauser si è trattata della prima top-3 mondiale.

A chiusura del cerchio l’argento della staffetta mista, confermando il risultato dell’anno passato a Seoul. Pertanto, la compagine tricolore va via da Paesi Bassi con podi e le certezze di avere una formazione molto forte in vista dell’evento più atteso di tutti, le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Ci sarà anche Fontana? Vedremo se la voglia di competere sarà in grado di andare oltre i contrasti tuttora esistenti.

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