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L’analisi di Ambesi su Sinner: “Su di lui giudizi affrettati. Fa la differenza nei punti decisivi”

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Jannik Sinner
Sinner / Lapresse

È davvero consono reputare speculare la semifinale e la finale di Jannik Sinner al Master 1000 di Miami? Massimiliano Ambesi, voce storica di Eurosport, non è di questo avviso. Il giornalista sportivo è infatti intervenuto in occasione della puntata odierna di Tennis Mania, programma in onda sul canale YouTube di OA Sport, per commentare insieme a Dario Puppo e Guido Monaco la straordinaria vittoria del tennista sul cemento statunitense.

L’analista trova pochi punti di contatto tra le due partite, contraddistinte da una peculiarità non banale: “Ho letto in giro che molti hanno notato un parallelismo tra la semifinale con Medeved e la Finale. Secondo me non ci sta. Medvedev entra in campo senza un’idea precisa: nel primo turno di servizio viene brekkato, nel secondo turno di risposta due palle break e non ne converte nessuna, va in corto circuito e la partita finisce. Ieri non è stato così. Dimitrov entra in campo con le idee chiare su cosa fare. Quanti punti vince di risposta Sinner nei primi due giochi? Manco uno. Dimitrov sembra una macchina e con il servizio fa quello che vuole. Già dal terzo game di risposta inizia a sgretolare tutte le certezze che potesse avere. I punti chiave della partita sono stati vinti da Sinner al 95%, io di punti chiave vinti da Dimitrov ne ricordo solo uno, quando evita il break al quarto gioco di servizio del primo set. Quindi i punti non vanno contati come la conta delle patate, bisogna capire sul punto che pesava chi ha fatto la differenza. E in tutti i punti importanti Sinner ha sovrastato un avversario di 32 anni che sta giocando il suo miglior tennis della carriera, anche superiore a quando vinse le ATP Finals“.

In apertura di trasmissione Ambesi aveva inoltre trovato errato il parallelismo tra i percorsi sportivi di Sinner ed Alcaraz: “Il loro percorso è molto diverso, c’è poco in comune se non il fatto che siano nati in questo nuovo millennio. Io leggendo in giro trovo che ci sia tanta confusione; al di là del tifoso integralista che va preso come tale, vedo che si fa fatica a contestualizzare quello che entrambi hanno fatto e quando hanno iniziato. Per me sarebbe utile spiegare quello che sono, come sono arrivati lì o come sono partiti.”

Il tema della comunicazione è stato uno dei topic principali dell’intervento del giornalista che, non a caso, ha portato all’attenzione cosa si diceva di Sinner prima dell’exploit: “Io il tennis lo seguo alla lontana, mi ci sono avvicinato di più dopo la questione Davis dello scorso anno perché non mi è piaciuto l’approccio dei media reputandolo ignorante e populista. Mi capita spesso di parlare con addetti ai lavori. Su Sinner mi veniva detto: ‘È un ragazzo che ha difficoltà a leggere le partite e privo di un servizio in grado di spostare gli equilibri’. Qui Dario e Guido hanno fatto notare qualità del servizio e soprattutto nelle letture importanti e nelle strategie. È cambiato qualcosa, la verità sta nel mezzo o qualcuno in passato è stato frettoloso nel giudicare un teenager che stava prendendo le misure al tennis che conta?“.

Ambesi ha poi parlato del chiacchiericcio sulla tassazione dietro la residenza del tennista a Montecarlo, insinuazioni provenienti soprattutto da una determinata fascia d’età: “Ieri ero alla cassa del ristorante, stavamo chiudendo e stava finendo la partita. Un cliente viene a pagare, vede che stavo vedendo il match e mi chiede: ‘Come sta andando?’; io rispondo: ‘Lo sta devastando’. Si fanno quattro chiacchiere e dico: ‘Personaggi di questo tipo sono fondamentali non solo per il tennis, ma per tutto il movimento sportivo italiano’. E mi risponde: ‘Eh sì, come le ragazze del curling’. Io sono rimasto interdetto. Io voglio abbandonare questa professione perché non ne posso più e voi conoscete il mio stato d’animo attuale. Lì però ho pensato: forse qualcosa di positivo lo abbiamo fatto in questi anni cercando di raccontare le storie di sport non main stream. E forse lo si può fare raccontando anche il percorso di Sinner che tanti non conoscono bene. Per esempio questa fascia 55-70 anni che va contro il giocatore tirando fuori sempre le solite storie di Montecarlo e le tasse andrebbe istruita su quella che è la tassazione italiana. Perché io mi sono confrontato con gente che si proclamava docente che insultava Sinner, e quindi anche a me, per il discorso relativo alla tassazione senza conoscere niente di come funziona questo sistema. Io credo che il nostro compito sia divulgare un certo tipo di messaggio e spiegare quale sia il percorso di questo ragazzo. Quello che fatto in questi ultimi mesi basterebbe e avanzerebbe per una carriera di quasi tutti gli altri, no?“.

Il giornalista ha quindi proseguito: “Se tu non conosci i temi, non ne parli. Grandi penne del giornalismo, che io non ci vado manco a cena perché non possono insegnarmi niente e non avrei soddisfazione a confrontarmi su questo, continuano a speculare su questo tema senza conoscerne neanche l’ABC di quella che è la tassazione italiana. Chi fa scrivere questa gente? Chi legge questa gente? Bisogna erudire questa fascia 55-70 che si distingue per un ignoranza clamorosa su tutti i temi. Istruiamoli perché sono un danno per il Paese”,

Ambesi infine è tornato sull’approccio di Sinner, più “insicuro” nelle prime partite del Torneo per un motivo ben specifico: “Quattro giorni fa avevamo cercato di contestualizzare le difficoltà avute a Miami nelle prime partite. Io da fuori noto che lui ti dà la sensazione di arrivare sul campo con un’idea chiarissima di quello che deve fare lui e che dovrà fare l’avversario; c’è una preparazione a monte dei match che contano che fa la differenza. Ho avuto la stessa sensazione anche nel primo set con Alcaraz. Magari questa preparazione non la vedi quando gioca contro il ceco, tu non puoi affrontare ogni appuntamento al 100% focalizzandoti su ogni aspetto. Quei turni lì li puoi affrontare in un altro modo. Ma è merito del gruppo di lavoro che si è creato da un punto di vista tattico e della lettura di partite; raramente vedi che entra in campo senza sapere cosa fare. L’ho visto all’Australian Open, ma perché Medvedev ha cambiato completamente il modo di giocare rispetto ad ogni partita affrontata con Sinner. Quindi magari non ha capito come approcciare. Poi ha trovato le misure e sappiamo com’è andata a finire“:

LA PUNTATA DI TENNISMANIA 

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