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Ciclismo

Amstel Gold Race femminile, atipico arrivo allo sprint: Wiebes esulta e viene beffata da Vos!

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Lorena Wiebes e Marianne Vos - IPA

Una gara pazza, in cui è successo realmente di tutto e di più. Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) vince la decima edizione di un’Amstel Gold Race femminile sui generis, arrivata in volata e caratterizzata da una lunga interruzione, che ha portato poi a ridurre praticamente la gara ad una prova sprint di poco più di cinquanta chilometri. Sotto lo striscione poi è avvenuta una delle cose più tipiche e beffarde che possa succedere nel ciclismo: esulta Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) prima di aver tagliato il traguardo e viene letteralmente beffata dalla connazionale con il colpo di reni.

Un errore clamoroso quello dell’olandese, nettamente la velocista più forte del gruppo, che si è fatta prendere dalla troppa sicurezza e si è vista soffiare la prima vittoria in carriera su queste strade. Si tratta invece del secondo successo per Vos nella “corsa della birra”, il n.251 in carriera proprio sulla bici che celebrava le 250 vittorie della fuoriclasse neerlandese. Podio completato dalla norvegese Ingvild Gåskjenn (Liv AlUla Jayco), quarta posizione per la britannica Pfeiffer Georgi (Team dsm-firmenich PostNL). In una corsa lineare probabilmente oggi il successo sarebbe andato ad Elisa Longo Borghini (Lidl-Trek), quinta in volata ma nettamente la ciclista che ha convinto di più sugli strappi. L’azzurra ha una gamba pazzesca, ed avrà modo di rifarsi nei rimanenti due appuntamenti del “Trittico delle Ardenne”. In top 10 all’arrivo altre due italiane: sesta Eleonora Camilla Gasparrini e decima Soraya Paladin.

Partenza a razzo del gruppo, con la media che dopo mezz’ora di corsa sfiorava i 45 km/h. Sul primo muro di giornata è andata in avanscoperta in solitaria l’olandese Anne Knijnenburg (VolkerWessels Women’s Pro Cycling Team), che si è avvantaggiata di una trentina di secondi con il plotone che non gli ha concesso spazio. A poco più di cento chilometri dalla conclusione si è esaurita l’azione della neerlandese, e in contropiede sono partite Quinty Schoens (VolkerWessels Women’s Pro Cycling Team) e Clara Emond (EF Education-Cannondale).

Poca fortuna per l’attacco dell’olandese e della canadese, fermato dalla neutralizzazione della corsa dopo un incidente che ha visto coinvolto un agente di polizia in moto scontratosi con una macchina sul Bergseweg. Un’interruzione davvero lunga (per quasi due ore le cicliste sono rimaste ferme dietro la giuria) che ha costretto anche ad un cambio di percorso per la carovana maschile. Ma è stato un autentico stravolgimento anche per la competizione femminile, che praticamente è ripartita da zero, dopo esser stata portata a velocità controllata fino a Valkenburg, dove iniziava l’anello finale. 

Cancellato uno dei quattro passaggi previsti, e quindi l’Amstel femminile si è ridotta ad una prova sprint di 55 km con tre tornate sul circuito conclusivo. Di fatto muri dimezzati (dai 22 previsti agli 11) e gara che è diventata estremamente favorevole alle atlete più esplosive a discapito di quelle più resistenti. Ripresa la corsa non c’era dunque tempo da perdere, e sul primo passaggio sul Cauberg, salita simbolo dell’Amstel, è stata subito Longo Borghini a prendere l’iniziativa. L’attacco diretto dell’azzurra ha portato via un gruppetto di sei atlete, che però sono state riprese sul Geulhemmerberg. In quello stesso momento si sono avvantaggiate in tre, sfruttando il momento di esitazione del plotone: Eva Van Agt (Team Visma | Lease a Bike), Yara Kastelijn (Fenix-Deceuninck) e Ricarda Bauernfeind (Canyon//SRAM Racing).

Attacco partito a 35 km dal traguardo, con le tre che hanno subito preso un minuto di vantaggio. Il gruppo ha giocato un po’ al gatto col topo, mangiando trenta secondi sullo strappo finale prima dell’ultimo giro, ma poi rallentando nuovamente e facendo tornare le tre oltre il minuto. A cinquemila metri dalla fine ci ha pensato la Lidl-Trek a prendere in mano la corsa, facendo una tirata pazzesca ed arrivando a ridosso delle fuggitive all’attacco dell’ultimo passaggio sul Cauberg. Strappo finale che non ha prodotto la necessaria selezione, con le ruote veloci che non si sono staccate, ed è stata apparecchiata la tavola per la volata. Uno sprint che entrerà nella storia, con Vos a beffare un’ingenua Wiebes, in lacrime subito dopo il traguardo. Non c’è tempo però per piangersi addosso, mercoledì infatti si tornerà di nuovo in strada per la Freccia Vallone.

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