Biathlon
Biathlon, il regalo di compleanno a Dorothea Wierer? Tre storie su come “non sia mai troppo tardi” per l’oro d’Olimpia!
Nella giornata odierna, Dorothea Wierer ha compiuto 34 anni. Sono tanti, ma non ancora troppi per dire la propria nel biathlon, neppure se si è reduci dalla peggior stagione della propria carriera. Il 2023-24 della veterana altoatesina è stato de facto annullato dalle ripetute infezioni alle vie respiratorie.
Tuttavia, non bisogna dimenticare come l’annata corrente si sia rivelata una delle migliori nell’attività agonistica di Tarjei Bø. Il norvegese classe 1988 non viene citato a caso, poiché in passato ha sofferto di seri malanni proprio all’apparato respiratorio, perdendo anni interi a causa di polmoniti. Eppure, recuperata la salute, lo scandinavo si è inchinato solamente allo scatenato fratello minore Johannes.
Dunque, proprio in virtù di questa dinamica, ed essendo il compleanno dell’azzurra, vogliamo farle un regalo. Un trittico di storie legate ai Giochi olimpici di chi, per una ragione o per un’altra, ha raggiunto il picco della propria carriera proprio in età avanzata, quando oramai il momento buono sembrava passato per sempre. Invece, una donna e due uomini insegnano come “non sia mai troppo tardi”.
SVETLANA ISHMOURATOVA – Caso patologico fino all’età di 33 anni, ai quali arriva con venti podi in Coppa del Mondo, ma dei quali dodici sono piazze d’onore e otto sono terzi posti! La prima vittoria arriva nel dicembre del 2005, ma non sarà l’unica. Due mesi dopo, ai Giochi olimpici di Torino, si fregia della medaglia d’oro nella 15 km. La “piazzatissima” per antonomasia cambia improvvisamente connotati e, nonostante due sole affermazioni, una è la più ambita e prestigiosa in assoluto.
SVEN FISCHER – Qui, viceversa, si parla di un serial winner in tutto e per tutto. Nell’arco della sua carriera, il tedesco mette le mani su due Sfere di cristallo e altrettanti titoli mondiali, superando la quota dei 30 successi in Coppa del Mondo. Il metallo più pregiato in ambito olimpico però gli sfugge di continuo. Cionondimeno, dopo una pletora di delusioni nel 1994, 1998 e 2002, il teutonico – ormai quasi trentacinquenne – si impone nella sprint di Torino 2006 chiudendo il cerchio (anzi, i Cinque cerchi) proprio in extremis!
OLE EINAR BJØRNDALEN – Il biathleta più vincente di tutti i tempi conquista 4 ori olimpici individuali tra Nagano 1998 (sprint) e Salt Lake City 2002 (sprint, inseguimento e 20 km). Torino 2006 e Vancouver 2010 si rivelano però deludenti (per uno come lui, doversi accontentare di argenti e bronzi è poca roba). Il norvegese arriva a Sochi 2014 a 40 anni, ancora valido ma ormai in parabola discendente, con la consapevolezza di essere all’ultima edizione dei Giochi della carriera. Un semplice commiato? Never say never again, direbbe Sean Connery. Nella sprint Bjørndalen trova lo zero, i pianeti si allineano e può festeggiare una clamorosa medaglia d’oro, forse la più bella, proprio perché la più inaspettata.
Insomma, sarà anche un “regalo” – se così si può definire – insignificante. Tuttavia, è venuto spontaneo dedicare un pensiero con sguardo sull’avvenire all’azzurra più vincente di ogni tempo.
Giusto per ricordare a lei – e a noi tutti – che la classe non è acqua e l’età può essere solo un numero, il cui peso non segue necessariamente una progressione aritmetica. Comunque vada, buon compleanno Dorothea, e 100 di questi giorni.