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Caso doping nuotatori cinesi, interviene Bach: “Piena fiducia nella Wada”. Giovedì nuovi risultati

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Thomas Bach
Bach/ LaPresse

Continua a tenere banco il controverso caso legato ai 23 nuotatori cinesi risultati positivi alla trimetazidina sette mesi prima delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo scoop, riportato dal New York Times e dalla testata tedesca ARD, ha avuto come logico che sia una risonanza molto forte, soprattutto per la scelta della CHINADA di non introdurre alcuna sanzione dopo che si è riuscito a dimostrare la presenza di alcune tracce del farmaco nell’hotel in cui gli atleti stavano soggiornando.

L’Agenzia Mondiale Antidoping, la WADA, ha confermato la decisione dell’ente cinese, in quanto non possedeva alcuna base per contestare quanto rivelato. Un fatto che ha scatenato non poche polemiche da più fronti, USADA (agenzia statunitense) compresa. Nelle scorse ore a cercare di gettare acqua sul fuoco è stato il Presidente del CIO Thomas Bach, nel corso di un’intervista rilasciata ad AFP.

Abbiamo piena fiducia nella WADA, nei regolamenti e nel fatto che la WADA li abbia seguiti“, ha detto Bach, sottolineando quanto l’organizzazione Antidoping Mondiale agisca in modo indipendente malgrado il finanziamento diretto da parte del CIO e sostenendo di aver appreso del caso soltanto attraverso i media.

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Entro il prossimo giovedì WADA dovrebbe comunque fornire al CIO dei nuovi risultati. Ma dall’ottimismo che prevale, al momento la presenza dei nuotatori cinesi non sembra a rischio: “Se le procedure vengono rispettate, non c’è motivo per cui non debbano essere presenti“.

Bach ha inoltre parlato della presenza, seppur ristretta, degli atleti neutrali provenienti da Russia e Bielorussia, dichiarando di poter escludere qualsiasi concorrente, con procedura immediata, laddove si venisse a scoprire di un sostegno verso l’attuale conflitto bellico in Ucraina (condizione che ricordiamo va contro il regolamento imposto dal Comitato Olimpico).

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