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Enorme errore arbitrale contro Sinner: perché non c’è l’occhio di falco a Montecarlo? L’assenza della moviola

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Jannik Sinner
Sinner / IPA Agency

La semifinale del Masters 1000 di Montecarlo tra Jannik Sinner e Stefanos Tsitsipas è stata inevitalmente condizionata da un clamoroso errore commesso dalla giudice di sedia. Nel quinto game del terzo set, con il tennista italiano in vantaggio per 3-1 e A-40, Aurélie Tourte si è resa protagonista di una svista enorme e che ha verosimilmente impedito al tennista altoatesino di conquistare il successo.

Il greco ha infatti commesso un fallo sulla prima di servizio e la sua seconda è andata lunga. Sinner ha continuato a giocare e il punto è stato guadagnato dall’ellenico. Se fosse stata fatta la chiamata giusta, Tsitsipas avrebbe commesso doppio fallo e il fuoriclasse altoatesino si sarebbe issato sul 4-1 con un doppio break di vantaggio, mettendo una seria ipoteca sul successo e l’annessa qualificazione alla finale. La giudice di sedia ha in maniera errata giudicato buono quel servizio, ma la palla era fuori di almeno dieci centimetri dal settore designato, come hanno poi mostrato le immagini (non diffuse però al Court Ranieri III del Principato, dove si è giocata la partita).

Perché non è stato chiamato l’occhio di falco? Molto semplice: questo strumento non è previsto in questo torneo. Nella maggiore parte degli eventi sulla terra rossa, infatti, non è installata la strumentazione per la moviola, che viene adottata sul cemento e sull’erba. Soltanto in alcune manifestazioni sul mattone tritato si impiega questo ausilio tecnologico, che oggi avrebbe evitato di ribaltare l’esito di una partita così importante.

Jannik Sinner si è infatti comprensibilmente innervosito, ha protestato con la giudice di sedia (sempre con enorme signorilità) e non è riuscito a operare il break. Poco dopo sono subentrati dei crampi che hanno portato anche a un medical time-out, il 22enne ha incominciato a fare fatica e Tsitsipas ne ha approfittato per recuperare il break di svantaggio e vincere l’incontro.

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