Formula 1
F1, il nulla dell’odierno Circus dimostra come Platone avesse ragione. Essere e non-essere coesistono
Si è completato il Gran Premio di Cina di Formula 1 e al riguardo è bene sottolineare come i 100 minuti abbondanti della corsa di Shanghai siano stati proficuamente utilizzati da parte di chi scrive per fare ordine negli armadi di casa.
La stagione (non del Circus, bensì quella meteorologica) sta cambiando. Dunque, nonostante l’attuale recrudescenza fredda, bisogna prestare attenzione ai guardaroba ed effettuare la dovuta rotazione nel vestiario. La lana e il pile lasciano spazio al cotone e al lino.
Peraltro, sta per concretizzarsi un trasloco. Nella certezza del godzillionesimo trionfo di Max Verstappen, l’occasione è stata propizia per stilare un inventario ed effettuare una cernita dell’abbigliamento da trasferire nella nuova dimora e quello, ormai sgualcito, che ha fatto il suo tempo.
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Con il rilassante sottofondo del sibilo delle attuali power unit, un amichevole rumore bianco neppure lontano parente dei minacciosi rombi dei V12 del passato o degli striduli urli dei V10 di inizio XXI secolo, si è potuto usare in maniera utile un paio d’orette che sarebbero altrimenti andate sprecate.
Una F1 anestetizzata anche nel suono (non solo nei risultati caratterizzati dalla Pax Verstappeniana, da un Lando Norris eternamente piazzato e da una Ferrari quasi sempre relegata all’anticamera della gloria, salvo qualche estemporanea vittoria di Pirro) ha simpaticamente accompagnato un lavoro altrimenti noioso e pesantuccio.
Come una fidata cagnolona o maliziosa gattina, ha svolto egregiamente la sua funzione di tenere compagnia per il tempo necessario a completare un compito che si ripropone ciclicamente. Ovviamente senza fornire sorprese, né spunti.
Una giornata di ordinaria amministrazione, senza scossoni, per la massima categoria automobilistica. Il Gran Premio di Cina entra da un orecchio ed esce dall’altro, senza lasciare traccia alcuna negli annali o nei ricordi dell’appassionato.
Si spera che il presente articolo abbia intrattenuto e sorpreso il lettore più di quanto abbia fatto ciò che di Circus non ha più niente, ma assomiglia sempre più all’ufficio contabilità di qualche intraprendente multinazionale, dove si bada a far quadrare il bilancio senza emozione alcuna.
Platone si affannò per dimostrare la possibilità di coesistenza di essere e non-essere. Passati i millenni, possiamo affermare avesse ragione. La F1 esiste sul piano fisico, ma non esiste sul piano dell’interesse e dei temi.