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F1, la Ferrari è una macchina da gara, ma l’obiettivo Mondiale costruttori è utopistico

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Carlos Sainz
Sainz Frederic Le Floch DPPI IPA Sport

Non ci sono state sorprese per la Ferrari nel Gran Premio del Giappone di Formula Uno. Al di là di quanto accaduto in Australia, è evidente come la SF-24 sia complessivamente inferiore alla RB20. Quantomeno, le Rosse si confermano superiori al resto della concorrenza, almeno in termini di passo-gara.

La Scuderia di Maranello ha sofferto in qualifica, ma sulla distanza ha spazzato via qualunque avversaria differente dal Drink Team. D’accordo, le lattine volanti restano imprendibili, ma non si può certo pretendere di azzerare un gap gargantuesco nel giro di pochi mesi.

Max Verstappen, se non sbaglia o non viene tradito da qualche componente della sua cavalcatura alata, fa ciò che vuole. È così ormai dalla seconda metà del 2022 e non si scopre nulla di nuovo. Verosimilmente, il 2024 è destinato a seguire lo stesso copione.

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Manca ancora qualcosa per porsi allo stesso livello di Red Bull, cionondimeno si può essere ottimisti nell’ottica del futuro. La speranza è che possa appartenere a Maranello. Il presente, invece, è sempre appannaggio di Milton Keynes.

Quanto a lungo durerà questa situazione non è dato a sapersi. Di sicuro Frederic Vasseur e soci stanno impostando un lavoro atto a ribaltare i valori in campo. Questa Ferrari e il suo timoniere meritano fiducia e rispetto, non si inventa nulla dall’oggi al domani.

Fa bene il team principal a fissare come obiettivo quello di vincere il Mondiale costruttori, sia esso un traguardo utopico o meno. Serve da motivazione e quella deve essere l’ambizione di un’azienda che porta il nome di chi teorizzava come “il secondo fosse il primo degli sconfitti”.

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