Ciclismo
Giro dei Paesi Baschi 2024, Roglic domina la cronometro d’apertura e manda un chiaro segnale a Evenepoel e Vingegaard
Tra i due litiganti il terzo gode, almeno nel prologo di Pasquetta. La cronometro d’apertura della 63esima edizione del Giro dei Paesi Baschi premia un dominante Primoz Roglic (BORA – hansgrohe), che lungo le strade di Irun fa la differenza su tutti. Il grande favorito della vigilia, Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) accusa 14″ ed è quarto al traguardo, battuto di un secondo anche dal danese Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) e di 7″ da un sorprendente Jay Vine (UAE Tram Emirates). Solo quinto posto per il cannibale delle corse a tappe Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike), staccato di 19″ dallo sloveno.
Una giornata in cui era attesa pioggia in terra iberica, arrivata proprio negli ultimi minuti, e quindi le previsioni hanno fatto optare per tutti i big una partenza anticipata. Un percorso di appena dieci chilometri che però nascondeva diverse insidie; una salita a metà tracciato lunga circa duemila metri al 5,7%, un paio di rampe con pendenze anche in doppia cifra e diverse curve tecniche, soprattutto nei primi metri, hanno fatto diventare questa crono tutt’altro che banale e forse poco adatta agli specialisti. Roglic mette in bicicletta una delle migliori prestazioni della carriera, e lancia un segnale forte a tutti i suoi rivali.
Per lo sloveno passato quest’anno alla BORA è la vittoria n.81 in totale in carriera (prima con la nuova maglia), la diciannovesima in una prova contro il tempo, di cui la terza nella settimana dell’Itzulia (corsa che lo esalta da sempre). Il campione olimpico in gara parte forte, fa segnare il miglior tempo all’intermedio e si lancia in discesa verso l’arrivo dove incrementa quasi su tutti, rifilando distacchi importanti per un chilometraggio così ridotto, nonostante abbia sbagliato strada poco prima della rampa finale perdendo quasi dieci secondi. Il classe 1989 chiude la sua prova in 12’31”, con una velocità media di 47,936 km/h. Piazza d’onore per l’australiano Vine, arrivato a 7″ dallo sloveno e capofila di una squadra emiratina molto competitiva. Terzo il danese Skjelmose (+13″), l’unico in grado di rosicchiare qualcosa allo sloveno nella seconda parte di gara.
C’è sicuramente un po’ di delusione per colui che indossa la maglia di campione iridato, che si presentava a questa crono d’apertura con i favori del pronostico, e con la volontà di mettere un tesoretto di secondi soprattutto su Vingegaard. Partenza difficile per Evenepoel, che alla terza curva svicola e cade prima della rampa in ciottolato, accusando così 9″ al primo intermedio. Il belga della Soudal Quick-Step poi comunque non è così incisivo come ci si sarebbe potuto aspettare, visto che nella seconda parte di gara perde altro tempo, nonostante l’errore di Roglic.
Si conferma non così incisivo in una prova contro il tempo in apertura di una corsa a tappe Vingegaard, con il vincitore degli ultimi due Tour de France che si deve accontentare della quinta piazza a 18″ da Roglic. L’alfiere del Team Visma | Lease a Bike adesso deve staccare il suo rivale in salita, dopo che sia alla O Gran Camiño sia alla Tirreno-Adriatico ha dimostrato di avere nettamente una marcia in più quando arrivano le pendenze, ma il campo partenti era diverso rispetto a quello stellare di questa settimana. Sesto posto nella crono di oggi per lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates), che paga 19″ dalla testa, ma appena 1″ dal danese, e conferma la buona dote nelle prove contro il tempo.
Una seconda parte di giornata che non ha visto inserimenti nelle zone alte della classifica, con i principali attori che andranno a caccia della generale racchiusi in meno di quaranta secondi. Settima piazza per il transalpino Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), che fa peggio di pochi decimi di Ayuso calando vistosamente nella seconda parte. Ottavo chiude il tedesco Maximilian Schachmann (BORA – hansgrohe), sempre con un ritardo di 16″ dalla testa, mentre in coda alla top-10 finiscono l’inglese Ethan Hayter (+19″) e lo spagnolo Ion Izagirre (+21″).
Tra i big la passata più grande la prende lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step), che non va oltre la 67esima piazza con un ritardo dalla testa di addirittura 55″. Da segnalare invece il ritiro del britannico Thomas Pidcock (
), caduto in ricognizione e costretto ad andare in ospedale per accertamenti. Il primo degli azzurri è invece Matteo Sorbero, 21° sotto il traguardo con un tempo totale di 13’04” tenendo una velocità media di 45,918 km/h. Domani prima tappa in linea del Giro dei Paesi Baschi, con un finale mosso aperto a tanti scenari.