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Ciclismo

Giro d’Italia 2024: il veterano Damiano Caruso punta sulla regolarità per sognare un altro piazzamento di prestigio

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Damiano Caruso
Caruso / LaPresse

Sempre più vicini all’inizio del Giro d’Italia. Dal prossimo 4 maggio a Venaria Reale si parte per la lotta alla maglia rosa, che sembra però già assegnata ‘d’ufficio’ a Tadej Pogacar. Non sembra esserci, a meno di cataclismi, una possibilità di vedere un vincitore differente ai Fori Imperiali di Roma, ma alle sue spalle la lotta è aperta. E proverà ad inserirsi anche Damiano Caruso. 

Il siciliano della Bahrain-Victorious è ormai affezionatissimo alla Corsa Rosa, quella che tre anni fa lo ha spedito in un’altra dimensione, quella di un corridore capace di fare classifica. Siamo ancora commossi il successo di tre anni fa sull’Alpe Motta che gli ha permesso di chiudere secondo nella generale dietro Egan Bernal. E negli ultimi tempi, grazie alla sua regolarità, è stata l’unica luce in fondo al tunnel italiano nelle grandi corse a tappe.

Anche lo scorso anno, a trentasei anni suonati, è stato l’unico azzurro capace di fare vera classifica, arrivando ai piedi del podio, distante oltre tre minuti dalla terza piazza di Joao Almeida, ma sempre senza strafare, andando del suo passo e confermandosi tra i migliori in salita. Al momento però c’è un punto interrogativo su di lui. Non sulle prestazioni, comunque non troppo positive tra Tirreno-Adriatico e Volta a Catalunya (al momento è in gara al Romandia), ma per il fatto di avere Antonio Tiberi come compagno di squadra. 

Il ventiduenne ciociaro ha dato ottimi segnali sia al Catalunya che nell’ultimo Tour of the Alps, collezionando un ottavo ed un terzo posto in classifica generale. Soprattutto in Trentino Tiberi ha mostrato anche il coraggio di attaccare e di provare a fare corsa di testa, non adeguandosi agli standard degli avversari. Ma si sa, il Giro d’Italia rimane comunque un’altra cosa: sono tre settimane ad alto ritmo, e paghi ogni minima ‘cotta’. Quel che è successo alla Tirreno Adriatico sul Monte Petrano non può ripetersi.

Dunque, tornando a Caruso, quale può essere il suo obiettivo a questo Giro d’Italia? Probabilmente potrebbe partire come ‘mentore’ del giovane Tiberi, per poterlo portare a capire i propri limiti, facendogli anche da fido scudiero in salita. Ma se i segnali dovessero essere più positivi per il vecchio leone siciliano, non è escluso che le gerarchie possano ribaltarsi. Per una nuova cavalcata da uomo da corse a tappe. Lui che ha tenuto alta la bandiera tricolore, in attesa della crescita dei Tiberi e Pellizzari.

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