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Tennis
Goran Ivanisevic sulla rottura con Djokovic: “Sinner è stato troppo bravo. Con Nardi il peggior set degli ultimi 5 anni”
Goran Ivanisevic ha parlato della rottura con Novak Djokovic in un’intervista concessa al giornalista Sasa Ozmo di Sport Klub. L’ex allenatore del numero 1 al mondo si è soffermato sui motivi della separazione: “Non c’è davvero una ragione reale. Uno dei motivi è proprio un senso di fatica, sono stati cinque anni davvero difficili ed intensi. Le persone dimenticano quel periodo durante il coronavirus, in cui è stato etichettato come il più grande cattivo del pianeta per la storia della vaccinazione. Siamo arrivati ad un senso di saturazione, di ‘stanchezza materiale’, così come una macchina ha bisogno di una regolare manutenzione. Alla fine io mi sono stancato di lui e lui si è stancato di me. In ogni caso non mi sentivo più di poterlo aiutare”.
Il tecnico croato ha poi proseguito, parlando del litigio a Miami e di quanto successo agli Australian Open, dove venne sconfitto da Jannik Sinner in semifinale: “Non dirò esattamente quello che è stato detto, sono comunque contento di essere andato in America. In Australia ero già piuttosto stanco, non solo perché aveva perso in semifinale, anche perché avrebbe potuto vincerla. Poi iniziarono le storie su che tragedia fosse stata la sua sconfitta in semifinale. Voglio dire, non è successo niente di tragico, non è che abbia perso al primo turno, ha perso contro un ragazzo più giovane e più bravo. Non son cosa sia successo a Djokovic in quel match, Sinner è troppo bravo”.
Sulla sconfitta contro Luca Nardi a Miami: “Quel primo set contro Nardi è stato forse il peggior set che gli ho visto giocare in questi cinque anni che sono stato il suo allenatore. Il secondo lo ha vinto, ma nel terzo Nardi ha visto che poteva batterlo. Djokovic non era pronto per quella battaglia, anche se ci aveva provato. Nardi comunque è bravissimo,secondo me dovrebbe essere nella top 50. Il giorno dopo ci siamo seduti per parlare e sono davvero contento di averlo fatto, dopo questi cinque anni in cui ne abbiamo passate tante era l’unico modo giusto per farlo”.