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Sinner non si accontenta: “Numero 2? Contano più le prestazioni. Per la terra rossa ho imparato tanto, a Montecarlo…”

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Sinner / Lapresse

Jannik Sinner non si ferma più: sono 22 le vittorie nel 2024 in 23 partite giocate con tre titoli messi a referto, l’Australian Open, Rotterdam e Miami. Proprio a Miami ha sfatato una sorta di tabù dopo due finali perse, vincendo in maniera nettissima la finale contro Grigor Dimitrov dopo un’altra prova eccezionale in semifinale contro Medvedev.

Il nuovo numero 2 del mondo si è soffermato sulla nuova classifica da oggi: “Per me è importante essere numero 2 del mondo, ma è ancora più importante il fatto che abbia fatto delle grandi prestazioni soprattutto in semifinale e in finale. Essere numero 2 è una sensazione fantastica. Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Vengo da una famiglia molto normale: mio padre e mia madre stanno ancora lavorando, per me lo sport e la vita sono due cose distinte. Questo è un giorno speciale e me lo sto godendo“.

Sinner ha parlato delle modalità in cui ha gestito le emozioni in finale: “Quando ero più giovane non gestivo queste situazioni come le gestisco io adesso. Magari in futuro saprò gestirle anche meglio. In campo cerco sempre di mantenere la calma: il mio atteggiamento è sempre aggressivo, anche se poi andrò a perdere, preferisco cercare di prendermi il punto che attendere passivo. In campo possono succedere tante cose, l’inerzia può cambiare anche quando sei avanti set e break, quindi devo essere pronto a tutto“.

A proposito della stagione sulla terra battuta che comincerà dalla settimana prossima a Montecarlo: “Non ci sarà molto tempo per adattarci perché inizierò ad allenarmi a Montecarlo da giovedì, quindi non ci sarà neanche una settimana per adeguarmi alle condizioni. Di solito a Montecarlo ci sono sempre dei risultati strani, quindi vediamo cosa accadrà quest’anno. Sicuramente l’obiettivo principale è il Roland Garros, ma già dal primo torneo cercherò di fare il meglio. Poi c’è Roma che è un torneo veramente importante per me, giocare con il pubblico di casa è sempre speciale. Ho la sensazione di aver imparato diverse cose dall’anno scorso e rispetto al 2023 sono più in forma, sono molto rilassato per affrontare anche questa fase della stagione“.

Una battuta sulla sua famiglia e la semplicità dei suoi genitori: “Continueranno a fare la loro vita, e io farò la mia vita. Mio padre è venuto a vedermi a Indian Wells, ci sono tre o quattro tornei a cui possono venire a vedermi giocare: Montecarlo, Roma, Vienna e Torino se riuscirò ad arrivarci (è già pressoché qualificato, ndr). Non viaggeranno molto, almeno per ora. Ci sono anche la nonna e il nonno che hanno una certa età e a cui vogliono stare vicini. Vivono in un posto bellissimo e stanno bene lì. Mi manca trascorrere un po’ di tempo con i miei genitori perché sono venuto via di casa a 13/14 anni. Spero di riuscire a rimediare in futuro, ma per me è più importante che loro siano felice. Se sono felice io lo sono anche loro“.

Sulla svolta avuta dopo il primo titolo “1000” a Toronto: “Sicuramente vincere il mio primo titolo 1000 è stato importante, perché ho ottenuto ottimi risultati in diversi tornei di questo livello. L’anno scorso ho fatto le semifinali a Indian Wells, la finale qui, le semifinali a Montecarlo. Quindi per me mentalmente è stato davvero importante riuscire a vincerne uno. Non c’è tanto tempo per goderselo, anche dopo l’Australia ho passato tre o quattro giorni senza toccare la racchetta e poi sono tornato ad allenarmi. Il prossimo obiettivo è quindi quello di prendere confidenza velocemente sulla terra battuta“.

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