Atletica
La nuova vita di Federica Del Buono: “Non capivo la causa dell’infortunio, ho perso 5 anni. Farò i 5000, ma non solo…”
Resilienza e tenacia: sono queste le caratteristiche di un’atleta capace di mettersi alle spalle anche cinque anni di infortuni e di sentirsi ancora in grado di competere ai massimi livelli. Federica Del Buono, specialista di 1500 e 5000 metri, si sta preparando per la stagione estiva dell’atletica che avrà negli Europei di Roma e soprattutto nei Giochi Olimpici di Parigi le priorità.
L’azzurra, allenata da Massimo Magnani, ha svolto la sua preparazione in Sudafrica, per l’esattezza a Potchefstroom, ed è stata raggiunta dai microfoni di Run2u, nell’ultima puntata condotta da Sabrina Sgalaberna, Daniele Menarini e Danny Frisoni, in onda sul canale Youtube di OA Sport.
“Sono molto soddisfatta del raduno in Sudafrica. Ci sono tanti atleti di vari Paesi e anche tanti italiani, per cui ci si sente anche un po’ a casa“, le prime parole di Del Buono. Doppia figlia d’arte, con mamma Rossella Gramola (ex mezzofondista) e papà Gianni Del Buono, primatista italiano di varie medie distanze, Federica ha sicuramente avuto dei modelli speciali, oltre che avercelo nel sangue.
“Di mia madre dicono che ho la stessa corsa e di mio padre la capacità aerobica perché siamo molto forti e lui si esprimeva meglio nei 1500 e nei 5000. Ricordo sempre quando batté Steve Prefontaine all’Olimpico sfiorando il record del mondo nei 5000 metri. 13:22 all’epoca era un grande tempo. La genetica ha aiutato sicuramente (sorride, ndr)“, le considerazioni dell’azzurra.
“A differenza loro, io però ho avuto una carriera molto diversa perché gli infortuni hanno condizionato tanto il mio percorso, ma non mi sono mai arresa. Compirò 30 anni nei prossimi mesi, però dal punto di vista fisico mi sento più giovane. Questi 5 anni di infortuni mi hanno “preservato il fisico”. Ho ancora tanto da dare e mi sento ancora molto inespressa rispetto alle mie potenzialità. Spero di avere ancora una carriera lunga“, le sottolineature di Del Buono.
Parlando poi di quello che è stato un calvario, l’atleta tricolore ha dichiarato: “Ho avuti tantissimi infortuni e microfratture simili nella zona della tibia e del perone. Dopodiché il medico dei Carabinieri, Sarino Ricciardello, ha riscontrato il vero problema che avevo. Ero arrivata un punto che anche dopo mezz’ora di corsa mi infortunavo e non capivo il perché. Lui aveva notato una criticità tra l’astragalo e la tibia che bloccava la caviglia. Per questo continuavo a farmi male. Da quando mi ha operata lui, nel 2020, ho risolto i problemi. Certo ho avuto uno/due acciacchi, ma diciamo che il peggio è alle spalle“.
“Lo ringrazio con il cuore, ma ovviamente c’è un po’ di rabbia perché ho perso cinque anni per una cosa che non dipendeva da me, mi ha fatto perdere dei treni piuttosto importanti come Rio 2016. So che ci sono tanti atleti che hanno dovuto smettere, per cui posso ritenermi fortunata di aver capito il problema e ora lavoro bene, sono fiduciosa per il futuro“, ha aggiunto Federica.
Sui suoi obiettivi: “Questo è un anno importante e gli obiettivi sono gli Europei e le Olimpiadi. Quest’anno sto allungando e i 5000 metri sono la distanza che sento più mia, però io sono un’atleta che se lavora tanto sull’aerobico rendo molto anche nelle specialità più corte e quindi correrò anche nei 1500. Nelle competizioni internazionali mi sento più a mio agio nei 5000, però vediamo cosa esce nell’altra prova. Gareggerò il 27 aprile a Milano nei 1500 e poi forse ne farò un altro. Non escludo quindi quella gara lì. Ammetto che poi i 10000 metri stanno cominciando a piacermi, spazio un po’ su tutto“.
E sull’approccio alle competizioni: “È importante uscire dalla propria confort-zone, perché quando si compete a Olimpiadi, Mondiali ed Europei è molto importante confrontarsi con le migliori e imparare. Un modo anche per abituarsi a gareggiare in quel contesto, dove sai cosa fare e come gestire l’emotività“.