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Atletica
Mattia Furlani salta nel futuro: “Con Tentoglou me la gioco. Non valgo 8,90, per arrivarci serve…”
Mattia Furlani è stato ospite dell’ultima puntata di Sprint2u, trasmissione di approfondimento sull’atletica leggera condotta da Ferdinando Savarese e andata in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il giovane fenomeno azzurro, reduce da una splendida medaglia d’argento nel salto in lungo ai Mondiali indoor di Glasgow, sarà una delle carte da medaglia dell’Italia verso gli Europei di Roma e soprattutto ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.
“Stiamo lavorando bene, siamo in un bel periodo. Abbiamo ricominciato tranquilli, senza intoppi fortunatamente. La mia vita comunque non è cambiata più di tanto, nel senso che ancora prendo l’autobus e sto ancora cercando di prendere la patente tra un impegno e l’altro. Nella mia visione è rimasto tutto come prima, anche se a Rieti in città vengo sicuramente fermato più spesso adesso“, dichiara il 19enne di Rieti.
Sul Mondiale al coperto: “Più che del secondo posto, sono stato davvero contento di come ho affrontato la gara. Ho gestito bene la tensione, che magari nelle gare precedenti non era allo stesso modo. Magari a Budapest è stata un’esperienza in cui al primo Mondiale ho sentito davvero tanto la tensione e la competizione è andata in un determinato modo, ma quella gara mi ha dato un sacco di esperienza per Glasgow e anche per i prossimi appuntamenti, in modo tale da avere una maggiore stabilità fisica e mentale. A Glasgow sono entrato davvero tranquillo, consapevole di quello che stava per succedere e di quello che valevo. Sapevo di potermela giocare con chiunque senza avere paura di nessuno“.
Sulla gara più bella della scorsa stagione e sul possibile debutto outdoor del 2024 a Savona: “A livello atletico il momento più bello è stato Savona, perché lo stato di forma che avevo quel giorno non l’ho avuto in nessun’altra gara del 2023. Tecnicamente è stata una gara impeccabile, ero in forma smagliante. A livello di emozioni e divertimento però scelgo la Coppa Europa con l’Italia a Chorzow, perché comunque ci sono andato sia con Erika che con mamma ed è stato bellissimo. Non so se debutterò a Savona, però sicuramente ci sarò. Potrei partecipare ad un’altra gara prima di Savona, ma ancora non è ufficiale quindi non dico nulla. Savona però sarà una competizione in cui sarò presente quest’anno“.
Sul suo rapporto con il salto in alto, specialità in cui ha vinto un titolo mondiale U18: “Il salto in alto rimarrà sempre il mio punto di riferimento più grande, perché sono cresciuto con quello e ho sempre amato quello. Adesso però anche con il lungo c’è un amore sproporzionato. In allenamento ogni tanto mi capita ancora di fare salto in alto. Adesso l’alto è diventato propedeutico per il salto in lungo (ride, ndr), quindi ogni tanto qualche salto in alto lo faccio anche per divertirmi. Prima o poi magari tornare in qualche gara mi farebbe piacere”.
Sui carichi di lavoro nella sua preparazione: “Stiamo crescendo gradualmente. Abbiamo aumentato, ma sempre in maniera graduale e non intensiva. Abbiamo sempre adattato i carichi alla mia crescita biologica, quindi in automatico con dei test che stiamo eseguendo a Formia per riuscire a capire dove lavorare in base alle forze che mi servono attualmente. È un lavoro adatto a quello che mi serve attualmente per la mia crescita biologica. Il mio corpo è ancora in costruzione, quindi sto costruendo quello che sarà poi il Mattia del futuro. Siamo sulla strada giusta“.
Sugli Europei di casa a Roma: “Sarà un’edizione particolare dei Campionati Europei. L’ultima volta che ho gareggiato a Roma era per un campionato provinciale… Passare da un campionato provinciale ad un Europeo è una bella differenza. Sarà qualcosa di bellissimo. Io mi auguro che ci sia un pubblico bello affollato ed un’atmosfera come al Golden Gala dei vecchi tempi, quando andavo a vedermi praticamente solo i 100 metri. Quando ero piccolo chi non era fan dei 100 metri, con tutti i più forti del mondo? Sicuramente non vedo l’ora di provare queste emozioni all’Olimpico. Spero che non solo per me, ma per tutti gli italiani, sarà la manifestazione più gloriosa di sempre“.
Sul suo primo approccio allo sport e all’atletica: “Da piccolo ha cominciato con il basket, poi alla scuola media ho dovuto prendere una decisione perché non potevo fare entrambi gli sport contemporaneamente. Lì ho scelto di continuare con l’atletica e purtroppo lasciare la pallacanestro. Soprattutto ora, fuori dalle competizioni e dagli allenamenti, torno a fare comunque qualche tiro al canestro quando mi capita. È stata mia mamma a portarmi verso l’atletica. Su di me ha costruito un gruppo di ragazzi, per spingermi sempre di più a entrare nell’ottica dell’atletica. Eravamo in 35, ma parliamo di quando ero molto piccolo. Poi sono cresciuto con questi ragazzi tutti di Rieti e piano piano il gruppo è andato scemando finché non sono rimasto atleta professionista attualmente da solo con i miei fratelli. Diciamo che è stata importante anche questa tattica per crescere in compagnia di tanti ragazzi e introdurre questo sport a livello sociale e non solo agonistico“.
Sul suo rapporto con la velocità: “L’anno scorso ho fatto 21.12 sui 200 allo Sprint Festival. La velocità fondamentalmente è la base del salto in lungo, quindi perché non farla spesso? Poi quando si è piccoli e si è appassionati di atletica, la specialità regina è quella dei 100 con tutti i più forti del mondo. Sicuramente c’è un sacco di amore anche per lo sprint e ovviamente quando riesco a introdurre qualche gara mi diverto sempre e fa sempre bene per quello che faccio. Purtroppo quando un’atleta comincia a fare una determinata disciplina bisogna specializzarsi. Lewis avrebbe potuto fare anche 9 metri e oltre nel lungo… La velocità la porterò sempre, però magari specializzarsi in futuro o portare entrambe le discipline la vedo complicata. Oramai l’obiettivo da qui a un tot di anni è specializzarsi sul salto in lungo per provare il miglior risultato in questa disciplina. Non sono le stesse programmazioni quelle di un saltatore in lungo e quelle di un velocista. Sono simili, ma non uguali. Sicuramente nella velocità non ci andrò al di fuori del salto in lungo“.
Quando gli viene chiesto se punterà maggiormente sugli Europei o sui Giochi, Furlani risponde senza esitazioni: “Sono costretto a dire Olimpiadi, per il semplice fatto che è l’obiettivo dell’anno. Ai Giochi c’è un’altra atmosfera, l’Olimpiade è la regina. Si lavora per 4 anni consecutivi e le programmazioni sono per quell’evento. L’Olimpiade ha un’importanza decisamente maggiore all’Europeo. Roma o non Roma, resterà sempre un Campionato Europeo, quindi bisognerà dare priorità ad altre competizioni. L’Europeo a Roma però ha un valore più speciale rispetto ad un Europeo normale. Sicuramente sarà un grande test per le Olimpiadi, perché sarà 55 giorni prima di Parigi. Non vedo l’ora di entrare in quella pedana e cercare il massimo per quella giornata“.
Sul duello con il greco Tentoglou per la vittoria ai Mondiali indoor: “C’era un’atmosfera di rivalità e sport. C’era un po’ di rosicamento, però c’era più lo sport in sé rispetto magari all’odio per un avversario che ha saltato più di te. L’atmosfera di sport che si è creata lì a Glasgow mi è piaciuta tantissimo. Mi auguro di fare più competizioni possibili con questo campione, per crescere e divertirmi allo stesso modo di Glasgow“.
Sui suoi prossimi obiettivi: “L’atletica è uno sport in cui ci deve essere per forza una crescita biologica. Al momento non posso valere 8.90 per il semplice fatto che per arrivarci c’è bisogno di un percorso di programmazione e purtroppo non sono ancora a quel punto. L’obiettivo sarà in base alla realtà dei fatti e ai risultati che valgo attualmente, quindi cercherò il podio in entrambe le competizioni, poi se fosse il colore della medaglia fosse oro meglio ancora. Posso giocarmela con chiunque e andrò con il coltello tra i denti per cercare di saltare più di tutti“.
Questo e tanto altro nella video intervista integrale a Mattia Furlani, nell’ultima puntata di Sprint2u.