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MotoGP, ennesimo esame di maturità per Maverick Viñales. Il 2024 anno della consacrazione per un eterno incompiuto?

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Vinales
Vinales / LaPresse

Nel Motomondiale, uno degli uomini del momento é Maverick Viñales, trionfatore del Gran Premio delle Americhe. L’affermazione in rimonta di Austin ha consentito allo spagnolo di iscriversi al ristretto club dei centauri capaci di imporsi nella classe regina con tre marchi differenti. Top Gun è però stato il primo a riuscirci da quando la top-class è diventata la MotoGP.

Il portacolori dell’Aprilia occupa attualmente la terza posizione nella classifica generale, staccato di 34 punti dal battistrada Jorge Martin. Una differenza che avrebbe potuto essere anche minore senza il guasto malauguratamente verificatosi alla RS-GP durante il GP del Portogallo.

Peraltro, il ventinovenne catalano è passato per primo sotto la bandiera a scacchi in tre appuntamenti su sei (due sprint e un GP vero e proprio), assumendo i contorni del serial winner di questo principio di 2024. La domanda sorge dunque spontanea. Può Viñales (e con lui l’Aprilia) avanzare una credibile candidatura al titolo mondiale?

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Jerez potrà dare dei responsi più precisi in merito, perché è un tracciato dove Maverick non ha mai brillato, neppure negli anni più ricchi di soddisfazioni. Sono arrivati tre podi, ma un paio di essi a distanza di pochi giorni e “prendendo” la paga dall’allora compagno di marca Fabio Quartararo . Insomma, l’Andalusia non è mai veramente stata digerita da Top Gun.

I connotati del ventinovenne originario degli stessi luoghi che hanno dato i natali a Salvador Dalì sono talvolta affini a quelli dell’artista. Surreali. Quante volte, nell’arco della sua carriera, ha alternato weekend di eccellenza assoluta ad altri di totale anonimato, senza una spiegazione razionale?

Fino al 2021, Viñales era considerato un top rider. Non bisogna dimenticarsi come – fra tutti – Yamaha abbia scelto lui per sostituire Jorge Lorenzo, non uno qualunque. Poi, con la Casa di Iwata, è finita come è finita e Maverick è caduto in disgrazia.

Viñales non ha mai avuto la costanza necessaria a diventare Campione del Mondo. Tuttavia “mai dire mai”. Nell’arco della vita si può cambiare e maturare. Così, dopo le pieghe prese dagli eventi, un giorno o l’altro può capitare di guardarsi allo specchio e dirsi “chi l’avrebbe mai detto?”.

Se Jerez de la Frontera dovesse risolversi in un risultato convincente per il #12, allora sarà doveroso (tornare a) considerare Maverick e l’Aprilia dei credibili pretendenti all’Iride.

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