Seguici su

MotoGP

MotoGP, il GP di Spagna insegna come “it’s a long way to the top if you wanna rock’n’roll”. Vale per la musica e per lo sport

Pubblicato

il

Francesco Bagnaia
Bagnaia / LaPresse

Il Gran Premio di Spagna ha rappresentato una sorta di ritorno al passato sotto svariati punti di vista, a cominciare dalla recrudescenza dello Jorge Martin 1.0, quello velocissimo ma incline all’errore. Tanto bravo era stato sabato nel restare in piedi in una Sprint in cui erano finiti “tutti giù per terra”, tanto sciocca è apparsa la scivolata domenicale, costatagli carissimo.

Al tempo stesso si è concretizzata la scalata al podio di Marc Marquez in una gara fair and square per la prima volta dall’ottobre 2022. La terza piazza di Motegi 2023 conterà per le statistiche, ma quello fu un “GP” solo formalmente. Si trattò di una Sprint de facto archiviata come Gran Premio (la bandiera rossa fu sventolata appena superata la metà distanza).

Soprattutto, il trentunenne iberico ha battagliato concretamente per il successo, lasciando intendere come la prima affermazione in sella a una moto differente da Honda sia solo questione di tempo. A proposito di concretezza, si ammirato inoltre un Marco Bezzecchi simile alla sua versione 2023, dunque palpabile. Non certo l’ectoplasma sceso in pista nei primi tre GP.

Quando la prossima gara di MotoGP? GP Francia 2024: programma, orari, tv, streaming

Last but non least, oggi Francesco Bagnaia ha ricominciato a brillare di luce propria, acciuffando un’autoritaria vittoria. Peccato non aver assistito al corpo a corpo con lo sfidante più accreditato per il titolo, ma è stato proprio il pretendente alla corona iridata a chiamarsi fuori. C’è stata una ruvida bagarre con Marquez, in compenso, dalla quale il piemontese è uscito nel migliore dei modi. Da primo della classe.

Si torna indietro, insomma. Il Martin dominante si è vaporizzato, l’Acosta niño prodigio è stato sballottato come un punching ball. Jerez de la Frontera ricorda come “it’s a long way to the top if you wanna rock’n’roll”. Bisogna farne di strada se si vuole emergere nella vita.

Sarà un lungo Mondiale, del quale abbiamo assistito solamente a quattro tappe su ventuno. La storia della MotoGP 2024 è tutta da scrivere e, come ha testimoniato il weekend andaluso, le situazioni possono cambiare radicalmente dal tramonto all’alba. “It won’t be over, ‘till it will be over” avrebbe potuto dire Yogi Berra. Non sarà finita fino a quando non sarà finita e sono tanti a poter ambire all’Iride. Siamo solo alle prime scaramucce.

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità