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MotoGP o SpagnaGP? Tradizione iberica confermata ad Austin, Bagnaia da pesare nella gara lunga

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Pedro Acosta
Acosta MotoGP.com Press

“Persa in partenza”, questa l’estrema sintesi della Sprint di Austin di Francesco Bagnaia, il quale non è andato oltre un’anonima ottava piazza. Il difetto è stato nel manico, ovverosia nell’avvio balbettante. La Ducati ha “pompato” brutalmente, “uscendo dai blocchi” in maniera goffa.

Rimasto impantanato a centro gruppo, Pecco non ha avuto modo di risalire granché la china. Quantomeno ha effettuato un paio di sorpassi e racimolato altrettanti punticini, grazie ai quali il suo conteggio iridato non rimane inerte.

Cionondimeno è finito nuovamente alle spalle di Jorge Martin e del compagno di squadra Enea Bastianini, ai quali ha ceduto qualche piccola, ma preziosa lunghezza. Dinamica mai favorevole se ci si ritrova a inseguire. Dunque una sprint nata male per il Campione del Mondo in carica.

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Domenica potrà andare sicuramente meglio. Vuoi perché Bagnaia è palesemente più competitivo nelle gare lunghe di quanto non lo sia in quelle dimezzate, vuoi perché è altamente improbabile vederlo “bucare” due volte l’avvio. Ogni altra considerazione sarebbe pretenziosa o sensazionalistica.

Pecco va pesato in GP lineare, non nella Sprint odierna, troppo breve e condizionata dalla partenza per poter essere considerata pregnante ai fini del valore di chi sarà anche minacciato da tanti antagonisti, ma (a ora) resta il capobranco Ducati per status e palmares.

Poi, qualcuno potrà focalizzarsi sul fatto di trovare cinque spagnoli nelle prime cinque posizioni. Però non è sempre stato così ad Austin, dove gli iberici storicamente fanno il bello e il cattivo tempo? Come diceva Rossella O’Hara “Domani è un altro giorno”. Non era in Texas, bensì in Georgia, ma è una frase che Francesco Bagnaia si è ripetuto più volte dopo ogni passaggio a vuoto, finendo per vincere gli ultimi due Mondiali.

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