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MotoGP
MotoGP, per Pedro Acosta un avvio da predestinato. Per trovare di meglio si devono scomodare Marquez e Lorenzo
Giro veloce all’esordio assoluto in MotoGP; podio alla seconda gara della carriera; piazza d’onore in quella successiva. Questo l’invidiabile bilancio di Pedro Acosta nei primi tre appuntamenti del 2024. Peraltro senza disporre di una Ducati, ovverosia del mezzo dominante nell’attuale momento storico.
Nell’ultimo decennio, si è visto di rado un impatto del genere con la classe regina. Per trovare qualcosa di simile non si deve tornare eccessivamente indietro nel tempo. Jorge Martin, nel 2021, si attestò in terza posizione nel secondo GP in top-class, dove peraltro partì dalla pole position. Poi però si infortunò nel round successivo.
Iniziare come ha iniziato El Tiburòn de Mazarròn è merce rara. Indicare chi ha fatto meglio di così, nell’epoca della MotoGP, significa scomodare due nomi pesanti. Quelli di Marc Marquez (2013) e Jorge Lorenzo (2008). Entrambi spagnoli, come Acosta. Entrambi futuri Campioni del Mondo.
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A proposito di Campioni del Mondo, gli ultimi tre in ordine cronologico (Joan Mir, Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia) non partirono certo con lo stesso piglio. Tutti approdati in MotoGP nel 2019, vissero una stagione d’esordio differente. Di puro apprendistato nel caso dell’iberico e dell’italiano, da protagonista il francese. Tuttavia, El Diablo dovette attendere la settima gara per issarsi sul podio.
Vero che molto dipende dal contesto in cui si fa il proprio esordio, però come detto Acosta non ha per le mani il famigerato “top di gamma”. La sua RC16 è valida, ma resta complessivamente inferiore alle Desmosedici. Inoltre, l’ancora teenager mazarronero è inserito in una struttura satellite, seppur con un trattamento da “ufficiale”.
La domanda sorge dunque spontanea. A quando la prima affermazione di Acosta in MotoGP? Perché il “se” non appare in discussione. Se vogliamo prendere come punto di riferimento Martin, a sua volta parte di un team satellite nella stagione da rookie, bisogna sottolineare come la sua maiden victory sia arrivata alla sesta presenza. Insomma, c’è spazio per fare meglio…