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Nuoto
Nuoto, Max Di Mito: “In Puglia troppe difficoltà. Pellegrini era traino e tappo. Ragaini meraviglioso”
Max Di Mito è stato l’ospite della nuova puntata di Swim 2U, il programma condotto da Enrico Spada ed Aglaia Pezzato in collaborazione con OA Sport e Sport 2U. Uno dei tecnici storici del nuoto italiano, con il quale si sono affrontati vari argomenti sia di argomento nazionale sia internazionale, con uno sguardo molto attento ai migliori giovani azzurri che stanno crescendo e sono pronti a diventare i protagonisti del futuro.
Attualmente Di Mito allena in Puglia, una regione che nelle ultime stagioni ha dato all’Italia tantissimi campioni (Benedetta Pilato solo per citarne una). Il tecnico italiano lavora a Nardò, ma racconta anche delle numerose difficoltà che ci sono sul territorio: “Una regione che dà tantissimi risultati nonostante le difficoltà che abbiamo nell’ambito delle strutture. Ci sono solo vasche da 25 metri, non esistono praticamente da 50, ce ne sono davvero pochissime. Coperta ne esiste solo una ed è quella a Bari, che ha solo sei corsie e non è adatta allo svolgimento di gare. Poi ci sono alcune vasche scoperte che riusciamo ad utilizzare solo d’estate. Questo valorizza sicuramente il lavoro dei tecnici che viene fatto su tutto il territorio. Purtroppo gli atleti di maggior spessore sono obbligati a migrare da altre parti, proprio per le problematiche che ho descritto”.
Sempre sul suo lavoro in Puglia: “Ci sono tanti ragazzi che vogliono emergere ed ottenere risultati, che assumono ancora più valore anche solo per le difficoltà che abbiamo ogni volta con il sistema dei trasporti. Le famiglie si devono fare carico ogni volta, facendo anche cinquanta o sessanta chilometri solo per portare il figlio o la figlia all’allenamento. Sono sacrifici davvero notevoli. Ora speriamo che i Giochi del Mediterraneo del 2026 diano un input importante, con la costruzione di nuove vasche a Taranto, che è più vicina per noi che siamo a Nardò”.
Max di Mito è stato uno dei primi allenatori a seguire Federica Pellegrini, lavorando poi anche tanto con altre protagoniste dei 200 stile libero come Alice Mizzau. Questo il suo pensiero ora sul settore femminile, soprattutto sullo stile libero: “A livello femminile abbiamo avuto tanti anni dove Federica ha fatto da traino, ma anche da tappo, perchè era difficile buttarsi in acqua contro una campionessa che ha fatto la storia del nuoto mondiale. Nello stesso tempo è stata un traino per moltissime ragazze, che sono riuscite ad emergere anche grazie alle varie staffette. Avevamo un bel gruppo di ragazze che si alternavano all’interno della 4×200 e che sono riuscite ad ottenere grandi risultati a livello internazionale. Sono anni ora che siamo un po’ in difficoltà in certe specialità, anche se negli ultimi Assoluti si è visto qualcosa. Abbiamo Morini, la garanzia di Simona Quadarella, Gailli. Si inizia ad avere qualche ragazza che riesce a nuotare 1’58, ma in ogni caso le compagini avversarie sono di un altro livello e noi siamo rimasti indietro. Ci sono comunque delle ragazzine giovani del 2008 e 2009 che secondo me sono molto talentuose, anche se bisogna capire il percorso che queste ragazze faranno e se si è lavorato in maniera corretta e adeguata anche per la loro crescita fisica”.
A livello maschile la situazione sembra decisamente migliore, con Di Mito che esalta soprattutto le qualità di un ragazzo che è pronto a prendersi la scena mondiale: “Il movimento maschile al momento è fortissimo. Abbiamo degli atleti consolidati, abbiamo ritrovato anche Filippo Megli, che è tornato a nuotare 1’45 lanciato in staffetta. Poi ci sono questi ragazzi terribili del 2006 e del 2007 che sono assolutamente meravigliosi. Ragaini è meraviglioso, sembra che non faccia mai fatica. Sono ragazzi veramente forti che andranno a dare il cambio alle prime linee della 4×200”.
Uno sguardo fuori dai confini italiani, in un anno che avrà nelle Olimpiadi il traguardo più importante: “L’anno olimpico è sempre così. I vari Trials sono sempre ricchi di risultati assolutamente straordinari. Per esempio è tornato uno come Peaty, è tornato il re della rana. Tutti si fanno sotto quando c’è da preparare un’Olimpiade. Poi capita che ai Giochi vedi certi risultati nelle finali con dei tempi che non ti aspetti. La finale olimpica è sempre una gara ad altissima tensione, dove l’unica cosa che conta è mettere la mani davanti”.
Sulla fisicità dei nuotatori e quale può essere il fisico migliore: “I velocisti quelli forti devono essere tutti alti, sono quasi dei giocatori di pallacanestro. Il cinese che ha il record del mondo ha sicuramente caratteristiche diverse, ma lì dipende anche dalla genetica ed ogni continente ne ha diverse. Poi certo ci sono un Popovici, un Ragaini che hanno una leggerezza, una capacità di stare sopra l’acqua così naturale, che viene da dire ‘Quando alleni un campione siediti e guardalo nuotare’. Sono caratteristiche che solo Madre Natura può darti”.
Un piccolo gioco alla fine. Scegliere un atleta (uomo e donna) da allenare: “A livello giovanile in Italia a me piace tantissimo Valentina Procaccini, classe 2008, che è un’atleta che secondo me non ha ancora espresso minimamente il suo talento e ci farà vedere delle cose belle. Mi piace davvero molto. A livello maschile sono già contento perché ho il mio Emanuele Potenza, che fa i quattro misti e che sta crescendo in una gara molto difficile. Fuori dall’Italia, vado sul semplice e dico Marchand. Sicuramente è allenato da uno dei migliori tecnici al mondo, ma lui è davvero un talento strepitoso. Credo sia pronto ad arrivare a nuotare i quattro misti sotto i quattro minuti, che sono tempi di un altro mondo”.