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Biathlon
Pagellone sport invernali 2024: speed skating e biathlon sugli scudi, combinata nordica unica insufficiente
PAGELLONE SPORT INVERNALI 2024
Sci alpino, 7,5: è la media tra le donne (8,5) e gli uomini (6,5). In campo femminile sono maturati ben 23 podi sui 29 complessivi, con ben 9 vittorie. Federica Brignone ha vissuto a 33 anni una stagione eccezionale, seconda solo a quella 2020 quando vinse la Coppa del Mondo generale. Nonostante i sei successi parziali, la valdostana è rimasta tuttavia a bocca asciutta nelle classifiche di specialità. Sofia Goggia si è infortunata sul più bello, proprio quando la forma era in crescita, mentre Elena Curtoni ha saltato di fatto l’intera stagione. Marta Bassino ha vissuto una crisi tecnica nella prima parte, salvo ritrovarsi nelle battute conclusive, con tanto di inattesa affermazione in discesa. Si è rivista su buoni livelli anche Nicol Delago, due volte sul podio su piste adatte alle proprie caratteristiche da scivolatrice come Altenmarkt e Saalbach. Nel complesso qualcosa si muove in termini di ricambi nella velocità, in particolare con due emergenti come Teresa Runggaldier e Vicky Bernardi, mentre in gigante si fatica ad intravedere nell’immediato delle alternative a Brignone, Bassino e Goggia. Lo slalom resta l’anello debole, con qualche piazzamento sporadico di Marta Rossetti e Martina Peterlini che non cambia la realtà dei fatti: l’Italia tra i pali stretti resta distante anni luce dalle atlete che si giocano il podio.
Non è stata una annata scintillante in campo maschile, ma nemmeno da buttare, almeno per quanto riguarda il settore della velocità. Dominik Paris è tornato ad alti livelli con una vittoria prestigiosa in Val Gardena e quattro podi complessivi. Inoltre sono emersi due atleti come Florian Schieder e Guglielmo Bosca: non sono giovanissimi, tuttavia nello sci alpino attuale, dove l’età media cresce anno dopo anno, potranno togliersi qualche soddisfazione nel futuro prossimo. Ad ogni modo, oggi non abbiamo un nuovo Paris nelle discipline veloci. Bilancio insufficiente nelle discipline tecniche, dove non è arrivato neppure un podio. Alex Vinatzer ha compiuto enormi miglioramenti in gigante, perdendo tuttavia competitività in slalom. Stagione anonima per il promettente Filippo Della Vite tra le porte larghe, dove dei segnali di ripresa ha dato il veterano Luca De Aliprandini, mentre tra i pali stretti Tommaso Sala non è riuscito a salire l’ultimo gradino per il definitivo salto di qualità.
Sci di fondo, 5,5: se andiamo a guardare i risultati, è stata una stagione decisamente amara di soddisfazioni. Federico Pellegrino, tra problemi di salute e l’età avanzante, ha garantito un apporto di due podi, in netto regresso rispetto alle abitudini del passato; è poi maturato un secondo posto, in condizioni particolari, nella staffetta maschile di Oberhof. Dunque il bilancio sarebbe gravemente insufficiente, tuttavia, per la prima volta da anni, si sono messi in luce diversi giovani lasciano sperare che questo sport possa avere un futuro in Italia. I principali bagliori li ha generati Elia Barp, un ragazzo potenzialmente completo, perché resistente sulle distanze lunghe e dotato anche di uno spunto veloce non indifferente, peraltro in entrambe le tecniche. Qualcosa di buono si è intravisto anche da Davide Graz, Simone Daprà e dallo sprinter Michael Hellweger, in attesa di ritrovare anche il miglior Simone Mocellini, falcidiato dai problemi fisici sia in apertura sia in chiusura di annata. Decisamente deficitario – e non è di certo una novità – il bilancio del settore femminile: la dice lunga come nessuna azzurra sia finita tra le prime 30 della classifica generale di Coppa del Mondo, pur in assenza delle russe…Francesca Franchi non si è ripetuta sui buoni livelli della stagione precedente, qualche segnale lo ha dato Nicole Monsorno nelle sprint, probabilmente l’unico prospetto veramente futuribile in questo momento. Attenzione però alla campionessa del mondo juniores nella 20 km mass start in tecnica libera, Maria Gismondi: in salita fa davvero la differenza, come accadeva ad una leggenda azzurra del passato…
Salto con gli sci, 6,5: il gap dell’Italia dalle nazioni leader di questa specialità, in termini di impianti, investimenti economici e ricerca dei materiali, resta enorme, forse incolmabile. Per questo la stagione va valutata come più che positiva, con Alex Insam e lo sfortunato Davide Bresadola, infortunatosi gravemente al ginocchio proprio al crepuscolo del calendario, capaci di diventare delle presenze fisse ed abituali in zona punti. Attenzione anche al promettente Andrea Campregher. Annata non sfavillante nel settore femminile, dove le sorelle Jessica e Lara Malsiner hanno faticato, mentre Annika Sieff, proveniente dalla combinata nordica, ha dimostrato di possedere degli interessanti margini di crescita.
Combinata nordica, 4: è il settore più in difficoltà tra gli sport invernali italiani. Non solo non è arrivato nessun podio, ma non si vede nessun azzurro in grado di salire di colpi a breve termine. Il giovanissimo Manuel Senoner, argento alle Olimpiadi Giovanili, per il momento rientra nel novero delle promesse. In campo femminile ha pesato, e non poco, l’addio di Annika Sieff, proiettatasi verso il salto con gli sci per avere uno sbocco olimpico a Milano-Cortina 2026.
Freestyle, 7,5: il campione del mondo Simone Deromedis ha carburato troppo tardi, da fine gennaio in avanti, per pensare di vincere la Coppa del Mondo di skicross. Tuttavia i quattro podi complessivi, con due vittorie, raccontano di un atleta giovane e dal talento smisurato, una delle sicure stelle degli sport invernali italiani nei prossimi anni. Da segnalare anche l’esplosione dei fratelli Flora e Miro Tabanelli, entrambi sul podio nel circuito maggiore e carte da medaglia importanti a Milano-Cortina 2026 sia nello slopestyle sia nel big air.
Snowboard, 8: la disciplina che ha offerto il rendimento migliore nel panorama FISI. Addirittura 25 podi dal settore alpino. Va detto che sono tanti gli azzurri al vertice, ma è mancata a ciascuno la necessaria continuità di rendimento per alzare una Coppa del Mondo, generale o di specialità. In campo femminile sono sbocciate ben tre atlete che promettono risultati importanti nei prossimi anni: su tutte Lucia Dalmasso, ma anche Elisa Caffont e la sorella d’arte Jasmin Coratti. Per quanto riguarda lo snowboardcross, Michela Moioli è tornata al successo dopo due anni, tuttavia le manca per ora quella costanza che in passato le aveva consentito di imporsi nella classifica generale. Nel complesso non si vedono a breve termine alternative né in campo femminile né maschile, dove è ancora l’eterno Omar Visintin a portare avanti la carretta. Attenzione però alla 15enne Lisa Francesia Boirai, i recente bronzo ai Mondiali juniores. L’Italia fa ancora fatica nelle specialità acrobatiche (half-pipe, slopestyle e big air), anche se il 18enne Ian Matteoli è qualcosa in più di una semplice promessa ed ha sfiorato il podio nello slopestyle di Tignes.
Sci alpinismo, 6,5: la sensazione è che l’Italia, stagione dopo stagione, faccia sempre più fatica a ripetere i risultati eccezionali del passato recente e non è un caso che nessun azzurro sia stato in lotta per aggiudicarsi la Coppa del Mondo generale. Molto meglio le donne rispetto agli uomini, trascinate da Alba De Silvestro e Giulia Murada. Per quanto riguarda le specialità olimpiche, i risultati migliori sono arrivati dalla team sprint, dove la stessa De Silvestro ha collezionato due vittorie in coppia con Michele Boscacci.
Slittino, 7: il fiore all’occhiello resta il doppio femminile composto da Andrea Voetter e Marion Oberhofer, capaci di aggiudicarsi la Coppa del Mondo generale per il secondo anno di fila e l’oro ai Mondiali nella specialità non olimpica della Sprint. Le azzurre l’hanno spuntata sulle rivali tedesche grazie ad una regolarità impressionante. Ciò premesso, è stata una stagione molto deludente invece per il singolo maschile, dove Dominik Fischnaller è sembrato in qualche modo appagato dopo aver conquistato la sfera di cristallo nell’anno precedente. Nel doppio maschile gli azzurri fanno capolino sul podio solo sporadicamente, mentre al momento il vero tallone d’Achille è rappresentato dal singolo femminile, anello debole anche in prospettiva team-relay alle Olimpiadi del 2026. Va detto che l’inesauribile vivaio altoatesino sembrerebbe aver prodotto dei talenti purissimi, come dimostrano i 3 ori conquistati dall’Italia alle Olimpiadi Invernali Giovanili: segnatevi i nomi dei figli d’arte Leon Haselrieder, Alexandra Oberstolz, Philipp Brunner e Manuel Weissensteiner.
Skeleton, 7,5: uno degli sport più in crescita. Amedeo Bagnis ha conquistato una storica vittoria a St. Moritz, bissata poi dal successo con Valentina Margaglio nella gara a coppie che sarà olimpica nel 2026. La prossima sfida per gli azzurri sarà quella di eccellere su ogni tipologia di pista e ghiaccio, affinché gli exploit isolati diventino sempre più frequenti e consentano anche di fare un pensiero alla Coppa del Mondo generale.
Bob, 6,5: Patrick Baumgartner ha riportato l’Italia sul podio in questo sport dopo 12 anni grazie al 2° posto nel 4 ad inizio stagione a Yanqing. È vero che si trattava di una gara con diversi assenti di spicco, tuttavia il risultato storico resta. Inoltre la crescita del pilota altoatesino è testimoniata anche dal 5° posto finale nella classifica generale, risultato maturato grazie ad una costanza importante nelle prime 8 posizioni. Non saremo ai livelli del nostro glorioso ed ormai lontanissimo passato, tuttavia qualcosa finalmente si sta muovendo, anche se non in ambito femminile, dove le posizioni restano quelle di rincalzo.
Biathlon, 9: gran parte del merito di questo voto va chiaramente attribuito a Lisa Vittozzi. ‘Dall’abisso alla gloria‘, avevamo titolato qualche settimana fa. A 29 anni la sappadina si è ripresa con gli interessi tutto quello che il suo grande talento aveva lasciato presagire sin da giovanissima. Prima l’oro ai Mondiali, poi l’agognata Coppa del Mondo generale. Sin da ora possiamo considerarla una delle migliori sportive italiane del 2024. Alle sue spalle hanno fatto intravedere qualcosa di buono le varie Beatrice Trabucchi, Michela Carrara e Samuela Comola, mentre la veterana Dorothea Wierer ha vissuto una stagione a mezzo servizio a causa di svariati malanni con cui ha dovuto fare i conti. Va detto che questa epoca d’oro, con due fuoriclasse come Vittozzi e Wierer, sarà difficilmente ripetibile, soprattutto nell’immediato. Le prospettive sono invece rosee in campo maschile, dove Tommaso Giacomel sta crescendo progressivamente, avvicinandosi pian piano ai mostri sacri norvegesi: una vittoria potrebbe sbloccarlo definitivamente. Stagione in cui invece ha fatto fatica Didier Bionaz, mentre si è rivisto su ottimi livelli il veterano Lukas Hofer, con Elia Zeni che va a completare un quartetto molto interessante in ottica staffetta.
Speed skating, 10: il miglior sport invernale per l’Italia nella stagione 2023-2024. 2 ori ai Mondiali rappresentano un risultato storico: Davide Ghiotto prima ha trascinato al trionfo il team-pursuit insieme a Michele Malfatti ed Andrea Giovannini, poi si è confermato indiscusso padrone dei 10000 metri. In Coppa del Mondo sono maturate due affermazioni nelle classifiche di specialità: Ghiotto si è imposto nelle lunghe distanze, Giovannini nella mass start. Cosa chiedere di più? E attenzione che in futuro c’è un altro Ghiotto in arrivo: si tratta del fratellino Manuel, classe 2005. In campo femminile si è rivista su ottimi livelli Francesca Lollobrigida dopo la maternità, mentre nelle distanze veloci sta rapidamente crescendo un talento indiscusso come Serena Pergher. Andrà assolutamente ritrovata anche Laura Peveri: per la classe 2001 è stata una stagione completamente persa.
Short track, 7,5: stagione ottima, ma non scintillante come la precedente. Pietro Sighel ha dominato gli Europei, conquistando l’oro in tutte le distanze individuali, tuttavia non è riuscito a ripetersi ai Mondiali e non ha conquistato alcun successo in Coppa del Mondo. Luca Spechenhauser, bronzo ai Mondiali nei 1000 metri, è ormai una realtà, mentre in campo femminile si è rivelato subito determinante il rientro di Arianna Fontana, bronzo nella rassegna iridata nei 1000 metri. L’infortunio di Martina Valcepina ha chiaramente influito, togliendo una pedina fondamentale ad un settore femminile dove le giovani sono di buon livello, senza tuttavia riuscire a spiccare definitivamente il volo.
Pattinaggio artistico, 7: Charlene Guignard e Marco Fabbri si confermano il faro del movimento, avendo conquistato nella danza il bronzo ai Mondiali, l’argento nella Finale del Grand Prix, l’oro agli Europei e la vittoria nel GP de France. Stiamo parlando di due pattinatori evergreen, rispettivamente di 34 e 36 anni: per il momento è complesso individuare dei possibili successori per il post Milano-Cortina 2026. Nelle coppie d’artistico resta il grande rimpianto per il secondo posto di Sara Conti e Niccolò Macii nella Finale del Grand Prix: il verdetto della giuria non aveva convinto, gli azzurri probabilmente avrebbero meritato di più, salvo disputare successivamente un Mondiale sottotono. L’assenza perdurante di Daniel Grassl si fa sentire nel settore maschile, dove è arrivato un solo podio nel Grand Prix con Matteo Rizzo, poi assente ai Mondiali dopo essersi sottoposto ad una operazione. In campo femminile la naturalizzata Sarina Joos assicura una posizione di buon livello in Europa e discreto nel resto del mondo, tuttavia siamo molto distanti dal vertice. Ricordiamo che, per il secondo anno di fila, l’Italia ha vinto il medagliere degli Europei, beneficiando – non dimentichiamolo – dell’assenza della Russia.
Curling, 8: uno degli sport maggiormente in ascesa in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. La squadra femminile, preso atto della giovane età di tutte le sue componenti, appare quella con i maggiori margini di crescita. La base è ottima, se consideriamo che Stefania Constantini e compagne hanno sfiorato l’oro agli Europei e chiuso il Mondiale in quarta posizione. L’innesto dell’italo-svizzera Elena Mathis ha certamente contribuito ad accrescere il tasso tecnico complessivo. Anche la selezione maschile è ormai una realtà consolidata, capace di raggiungere la semifinale ai Mondiali per la terza volta consecutiva e di chiudere sul terzo gradino del podio. Al quartetto guidato dal veterano Joel Retornaz non manca nulla per salire l’ultimo gradino: la sensazione è che sin qui lo scoglio della semifinale, mai superato, sia stato di natura prettamente mentale. Tra qualche settimana si disputerà inoltre il Mondiale di doppio misto, specialità in cui l’Italia detiene l’oro olimpico. Tuttavia, dopo l’apoteosi di Pechino 2022, Stefania Constantini ed Amos Mosaner non hanno mai più giocato insieme per dinamiche extra-sportive. Non accadrà neppure in questo 2024: in questo modo non si fa il bene del movimento.