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Sinner portabandiera a Parigi 2024? Per OA Sport è troppo presto: candidati più idonei

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Sinner / IPA Agency

Jannik Sinner potrebbe essere il portabandiera dell’Italia in occasione della Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024? Se ne è parlato a lungo nelle ultime ore e sul quesito è intervenuto anche Giovanni Malagò. Il Presidente del Coni ha la facoltà assoluta di scegliere l’alfiere per quello che è a tutti gli effetti uno dei momenti più seguiti a livello globale: la sfilata che fa alzare ufficialmente il sipario sui Giochi.

Sventolare il tricolore in mondovisione, guidando la delegazione del Bel Paese, è uno dei massimi onori (se non il più elevato) per uno sportivo. Un prestigio riservato a pochissimi eletti, quasi sempre scelti tra atleti che hanno già conquistato medaglie (possibilmente d’oro) sotto l’insegna dei cinque cerchi. Partiamo da un presupposto: il portabandiera non deve essere semplicemente l’atleta più famoso di una Nazione, ma colui che ha già dato lustro al Paese nella kermesse agonistica più importante e iconica.

Jannik Sinner è indiscutibilmente il volto simbolo dello sport azzurro in questo preciso istante: ha vinto gli Australian Open riportando uno Slam in Italia dopo 48 anni, ha trascinato l’Italia alla conquista della mitologica Coppa Davis, si è issato al secondo posto del ranking ATP e ha messo nel mirino il leggendario numero 1, fa registrare dati d’ascolto fuori dal comune ed è sulla bocca di tutti gli italiani, apprezzato non soltanto per le sue doti tecniche ma soprattutto per personalità e carattere.

Jannik Sinner piace a tutti: dai bambini ai nonni, dagli addetti ai lavori a chi lo sport non lo segue per nulla. Ha fatto scoppiare la tennis mania alle nostre latitudini, fa parlare di sè per la sua semplicità e per il suo non essere sopra le righe. Secondo il nostro parere, però, sarebbe ancora troppo presto per vederlo come portabandiera: il fuoriclasse altoatesino ha soltanto 22 anni, sarà alla sua prima partecipazione ai Giochi e non ha avuto ancora modo di dire la sua in un contesto a cinque cerchi, a differenza di altri connazionali.

Le occasioni non mancheranno in un prossimo futuro, a partire da Los Angeles 2028 e Brisbane 2032 (quando sarà soltanto un trentenne…). Con un palmares ancora più ricco e magari con anche (si spera) medaglie olimpiche in bacheca. Nel recente passato anche Novak Djokovic e Roger Federer sono stati portabandiera, ma va detto che Serbia e Svizzera non avevano a disposizione un panorama sportivo variegato come quello tipico dello Stivale (40 allori a Tokyo 2020 e top-10 nel medagliere).

Giovanni Malagò ha presentato anche l’ipotesi del portabandiera in occasione della Cerimonia di Chiusura, ma va precisato che quest’ultima andrà in scena domenica 13 agosto mentre i tornei di tennis si concluderanno sette giorni prima: è altamente probabile che Jannik Sinner sarà già in Nordamerica quando calerà il sipario sui Giochi, in modo da preparare la marcia di avvicinamento agli US Open, ultimo Slam della stagione.

Nel recente passato si sono premiati atleti con un pregevole cursus honorum ai Giochi: a Tokyo 2020 erano stati selezionati Elia Viviani (oro nell’Omnium a Rio 2016) e Jessica Rossi (oro nel trap a Londra 2012); a Rio 2016 era stata scelta Federica Pellegrini (volto nazional popolare, oro a Pechino 2008); a Londra 2012 venne consacrata Valentina Vezzali (tre ori olimpici consecutivi nel fioretto, giusto per citare la minima percentuale di un palmares sconfinato); a Pechino 2008 il vessillo venne sventolato da Antonio Rossi (tre ori a cinque cerchi di fila con la canoa); ad Atene 2004 la delegazione fu guidata da Jury Chechi (il Signore degli anelli, oro quattro anni prima al castello e con una pletora di titoli iridati in bacheca).

Tornando più indietro come non ricordare la doppietta dell’atletica tra Los Angeles 1984 e Seoul 1988 con Sara Simeoni e Pietro Mennea, passando per Barcellona 1992 con Giuseppe Abbagnale (canottaggio) e Atlanta 1996 con Giovanna Trillini (scherma). Nei fatti da dopo Mosca 1980, quando non si sfilò, soltanto il cestista Carlon Myers a Sydney 2000 non era un medagliato olimpico, ma era il leader della Nazionale di basket che aveva vinto gli Europei l’anno precedente. Sfogliando l’elenco degli alfieri si notano nomi mitici come Edoardo Mangiarotti, Ugo Frigerio, Abdon Pamich, Klaus Dibiasi, Raimondo D’Inzeo, Alberto Braglia.

Il computo degli sport rappresentati: scherma 7 volte, atletica 6, ginnastica 4, nuoto 1, tuffi 1, equitazione 1, ciclismo 1, tiro a volo 1, sollevamento pesi 1, canoa 1, canottaggio 1, basket 1. Divisione per sesso: 20 uomini, 6 donne. Marcell Jacobs meriterebbe l’onore per l’enorme impresa compiuta a Tokyo 2020, quando trionfò sui 100 metri: la gara regina, quella seguita in tutto il mondo, quella che premia l’uomo più veloce del pianeta, nel gesto più ancestrale dell’umanità. Il velocista lombardo è però stato portabandiera nella Cerimonia d’Apertura di tre anni fa.

Gianmarco Tamberi ha completato il grande slam nel salto in alto: Campione Olimpico a Tokyo 2020, fresco Campione del Mondo a Budapest 2023, ma anche Campione d’Europa a Monaco 2022 e vincitore della Diamond League. Il fuoriclasse marchigiano è un capitano unico nel suo genere, sempre disponibile, personaggio totale, amatissimo dal pubblico. Gregorio Paltrinieri ha vinto i 1500 metri a Rio 2016 e vanta un palmares sconfinato, è un volto pulito molto apprezzato e indubbiamente è molto quotato.

Oggettivamente i cinque ori dell’atletica a Tokyo 2020 dovrebbero essere onorati. Tra l’altro verrà probabilmente adottata la soluzione di due portabandiera (un uomo e una donna, come tre anni fa). Sul fronte femminile chi potrebbe essere preso in considerazione? Antonella Palmisano, Campionessa Olimpica nella 20 km di marcia, rappresenterebbe una validissima opzione.

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