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Tennis italiano, i primi tre mesi del 2024 a confronto con il passato recente

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Italia Coppa Davis
Italia tennis / LaPresse

Che si possa definire la stagione 2024 del tennis italiano, fino a questo momento, di particolare pregio è senz’altro un dato di fatto. Ma come si può rapportare il 2024 in relazione ad alcuni dei migliori anni recenti vissuti soprattutto in epoca di esplosione assoluta dei talenti tricolori?

La risposta è piuttosto facile, almeno per quel che riguarda il livello dei risultati: alla vigilia di Montecarlo non c’era mai stato un periodo talmente efficace in terra tricolore. Jannik Sinner ha conquistato uno Slam, un 1000 e un 500, e in attesa di vedere all’opera Matteo Berrettini a Marrakech la quota 250 è stata riempita da Luciano Darderi.

Un titolo per ogni categoria è già di suo qualcosa che non si era mai verificato fino ad ora a questo stadio dell’anno, se non altro perché mai prima alcun azzurro aveva conquistato gli Australian Open. Ma, al di là di questo, anche il dato quantitativo lascia parlare. Un di paragone recente è quello legato al 2021, se non altro perché già il pre-Montecarlo aveva regalato non solo i titoli di Sinner nella Melbourne (250) d’epoca Covid (derby con Stefano Travaglia) e Lorenzo Sonego a Cagliari, ma anche una lunga serie di risultati positivi.

Lo stesso Sinner era arrivato in finale a Miami, Lorenzo Musetti aveva dato avvio alla propria esplosione arrivando fino in semifinale ad Acapulco dopo un periodo non positivissimo. E poi c’era la leadership italiana di Matteo Berrettini, che però si era dovuto fermare per infortunio prima di giocare gli ottavi nel primo Slam dell’anno.

Diverso fu il caso del 2022, in cui alla semifinale di Matteo Berrettini a Melbourne e a quella nel 500 di Fabio Fognini a Rio non si aggiunse molto altro, con il meglio che fu riservato per la seconda parte della stagione. E ancora differente il 2023, in cui il ruolo di trascinatore l’ha fatto Sinner, protagonista assoluto a livello italiano nel paradosso per il quale, al suo miglioramento, per varie ragioni non aveva dato seguito una pari spinta degli altri (non contando il caso della crescita di Matteo Arnaldi, che merita un capitolo a parte). Ma questo 2024 sembra promettere molto meglio, e l’affermazione suona ben chiara all’inizio della stagione rossa.

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