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Surf, l’Italia è Fioravanti dipendente? Si fatica ad intravedere ricambi di alto livello internazionale

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Leonardo Fioravanti
Fioravanti / LaPresse

Un uomo solo. Leonardo Fioravanti prosegue nella sua “crociata” di pioniere della tavola del Bel Paese. Il romano è entrato di diritto nella storia del surf nostrano per aver conquistato podi nel Championship Tour, guadagnandosi la tanto agognata top-10 del ranking mondiale, condizione necessaria e sufficiente per essere parte delle Olimpiadi di Parigi 2024.

Nei fatti, alle spalle di Fioravanti non c’è un movimento che sta dando segnali di vitalità ed è solo lui ad aver dimostrato lo status internazionale richiesto per raggiungere i Giochi e rappresentare il Bel Paese. Sono state puntate le fiches su Jesse Mendes ed Edoardo Papa negli ultimi ISA World Surfing Games per ottenere il pass a Cinque Cerchi, ma il risultato è non è arrivato.

Ancor più complicata la situazione al femminile con Emily Gussoni e Giada Legati che hanno tentato di crearsi spazio in ambito internazionale, ma i riscontri non sono stati così convincenti e di conseguenza in avvicinamento alle Olimpiadi nella città degli Innamorati si è nelle mani del citato Fioravanti.

La creazione di una scuola nel Bel Paese appare una cosa complicata e non è semplice fare degli investimenti che possano portare a imitare il modello di Leo, che nei fatti ha seguito una formazione lontana e quasi da “avventuriero”. Di conseguenza, allo stato attuale delle cose, appare complicato creare quel circolo virtuoso di cui si avrebbe bisogno.

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