Tennis
Alexander Zverev spiega la differenza tra la sua generazione e i Next Gen opposti ai Big Three
Alexander Zverev è l’unico con Stefanos Tsitsipas, tra i grossi calibri, a essere “sopravvissuto” nel tabellone principale del torneo di Roma. Gli Internazionali d’Italia, già condizionati in partenza dalle assenze pesanti di Jannik Sinner e di Carlos Alcaraz a livello maschile, hanno visto l’uscita di scena del serbo Novak Djokovic, dei russi Daniil Medvedev, Andrey Rublev e Karen Khachanov e del danese Holger Rune.
Il tedesco, dunque, ha la grossa possibilità di vincere nuovamente il torneo come accaduto nel 2018. Evento al Foro italico dal format diverso, spalmato su più giorni, per dar modo di recuperare. Una novità che però Zverev non ha commentato in conferenza stampa in maniera così favorevole, per i tennisti di vertice.
“Penso che l’estensione sia ottima per i giocatori dalla 60ma alla 100ma posizione in classifica perché hanno l’opportunità di essere nel tabellone principale di un Masters1000. Ma questo programma allargato non va bene per i primi 10 e i giocatori che vanno lontano settimanalmente nei tornei. Certo, abbiamo un giorno di “stacco” da una partita all’altra, ma alla fine, per noi, riposare è quando siamo a casa, con la nostra famiglia e dormiamo nel nostro letto. Questo è riposare. Quando giochi un match e il giorno successivo non lo fai, non significa avere un giorno libero perché ti stai ancora allenando e seguendo la tua routine. Non credo che sia una cosa che piace a molti giocatori“, ha dichiarato Zverev.
Il tedesco poi ha chiarito il suo punto di vista rispetto a un’annosa questione, legata al confronto tra la propria generazione e quella di Alcaraz e di Sinner, in rapporto ai Big Three (Djokovic, Federer e Nadal): “Penso che a Parigi ci saranno tutti i migliori. Vengo da tre semifinali consecutive, una delle quali terminata in ospedale. Ovviamente è un torneo importante per il mio calendario e voglio vincerlo. La nostra generazione, io, Daniil (Medvedev ndr), Stefanos (Tsitsipas, ndr) siamo tutti grandi giocatori. La differenza più importante tra noi e quella dei giovani è che nei nostri primi anni nel circuito abbiamo dovuto affrontare Djokovic, Nadal e Federer, una sfida difficile nel tennis. Ma siamo comunque riusciti a batterli. Medvedev ha battuto Novak nella finale di uno Slam, io l’ho battuto nella semifinale delle Olimpiadi e ho giocato grandi partite contro Rafa“.