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Aurora Russo: “Spero di cambiare i pregiudizi sulla lotta femminile. A Parigi 2024 non vi deluderò”

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Aurora Russo / LiveMedia Luigi Mariani

La lotta femminile italiana è tornata alle Olimpiadi dopo 20 anni: ad Atene 2004 le prime ed uniche azzurre a qualificarsi per i Giochi furono Diletta Giampiccolo e Katarzyna Juszczak, a Parigi 2024 la terza rappresentante del Bel Paese nella storia sarà Aurora Russo.

La classe 2003 (compirà 21 anni il 3 giugno), campionessa d’Europa e del mondo Under 20 nel 2023 nei -59 kg, ha ottenuto il pass non nominale nei -57 kg al torneo di qualificazione su base mondiale andato in scena pochi giorni fa ad Istanbul, in Turchia. L’azzurra ha concesso un’intervista ad OA Sport.

Dopo aver vinto tutto a livello giovanile, ti aspettavi a nemmeno 21 anni di ottenere la qualificazione olimpica?
Sapevo che non sarebbe stato facile, perché il livello senior è davvero molto alto ed io sono ancora giovanissima, ma ci ho creduto sin dall’inizio ed ero sicura di potercela fare dopo tutti i sacrifici fatti“.

Quando è terminato il match con l’ucraina, avevi perso. Speravi che la richiesta di challenge ti desse ragione?
Sì, l’incontro ormai era perso, ma ero quasi certa di vincere il challenge, perché ho sentito che l’avversaria mi aveva tirato il costumino e sapevo che le mancava l’ultima penalità per essere squalificata“.

Alle Olimpiadi sarai una mina vagante, ma tutte conoscono il tuo talento. Pensare ad una medaglia è solo un sogno o un obiettivo?
Ovviamente arrivata fino a qui la medaglia olimpica è un obiettivo e farò il massimo per guadagnarla“.

Come ti sei avvicinata alla lotta?
Ho iniziato con la lotta all’età di 3 anni, perché mio papà ha portato mio fratello maggiore a provare questo sport e io ho da subito seguito le sue orme. Sono cresciuta al CUS Torino e già da piccola ho iniziato a togliermi le prime soddisfazioni in campo internazionale, fino ad entrare nell’Esercito, che mi ha accolto e mi sostiene costantemente nel mio percorso sportivo. Rappresentare l’Esercito in tutte le competizioni è per me motivo di profondo orgoglio“.

In Italia c’è ancora il pregiudizio secondo cui la lotta sia uno sport che poco ha a che vedere con le donne? E come fare per cambiare questa cultura sbagliata?
“Sicuramente c’è questo pregiudizio, dovuto al fatto che la lotta non è uno sport molto conosciuto in Italia, e purtroppo viene visto come uno sport violento e non adatto alle ragazze, ma in realtà è tutto l’opposto perché non è assolutamente violento e, come ogni sport da combattimento, ti insegna il rispetto delle regole, ti forma come persona, ti insegna cosa vuol dire fare sacrifici, il rispetto verso il prossimo, saper vincere e saper perdere, che è una cosa fondamentale nello sport, come nella vita. Spero, con questa qualificazione alle Olimpiadi, di poter far conoscere di più la lotta e di far cambiare idea a queste persone, dimostrando come sia uno sport per tutti, soprattutto per le donne“.

Sarai l’unica rappresentante della lotta alle Olimpiadi di Parigi 2024: più un onere o un onore?
Non sento ancora il peso di questa responsabilità, so di poter fare bene e comunque rappresentare l’Italia è l’onore più grande a cui un’atleta possa ambire, non vi deluderò“.

Una donna italiana non si qualificava alle Olimpiadi dal 2004, quindi 20 anni fa: eri una neonata. Pensi che sia l’inizio di un cambiamento?
Sì, io credo sia l’inizio di un cambiamento per la lotta italiana, siamo una squadra giovanissima ma davvero molto forte. Stiamo crescendo insieme, stiamo facendo davvero tanti sacrifici e sono sicura che a Los Angeles 2028 ne vedremo delle belle“.

Qual è il tuo punto di forza?
Il mio punto di forza è credere sempre in me stessa e lavorare duro“.

C’è un modello a cui ti ispiri nella lotta?
A nessuno in particolare, cerco di motivarmi e prendere le cose positive in generale“.

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