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Basket, l’Italia verso il Preolimpico tra Fontecchio ko, gli infortuni e l’incognita Thompson

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Gianmarco Pozzecco
Pozzecco / Ciamillo

Problemi? Per l’Italia, tanti. E sono arrivati praticamente tutti insieme nel pomeriggio di sabato, quando è arrivata la notizia che Simone Fontecchio si sarebbe dovuto operare al piede che lo aveva già tormentato nel finale di stagione con i Detroit Pistons, in NBA. Tempi di recupero: non così ampi, ma insufficienti a rimetterlo in piedi per il Preolimpico di San Juan, Porto Rico, all’inizio di luglio.

Una tegola, questa, che cade in maniera più rumorosa che mai sulle ambizioni azzurre di arrivare a Parigi 2024. Gianmarco Pozzecco si ritrova con due ordini di dilemmi importanti tra le mani. Il primo: come riuscire a trovare una quadra anche senza Fontecchio? Il secondo, strettamente correlato: chi può essere l’uomo di supporto, a questo punto, di un Danilo Gallinari ora rimasto come faro numero uno della squadra?

Ancora le risposte non ci sono, e la long list diretta alla FIBA tarda a essere resa pubblica, ma i guai di Fontecchio non sono gli unici cui l’Italia deve far fronte. Matteo Spagnolo e Gabriele Procida, infatti, sono entrambi fuori dai giochi a causa di infortuni nella seconda parte della loro stagione con l’Alba Berlino: per loro tempi di recupero davvero lunghi, fuori anche dai tempi delle Olimpiadi. E se per il primo c’era comunque necessità di capire se sarebbe stato effettivamente portato dal Poz, dal momento che normalmente gli preferisce il trio Mannion-Spissu-Pajola (in ordine casuale), il secondo aveva alte probabilità di essere chiamato. Non solo: sarebbe stato importante, con la sua esuberanza e la sua fisicità, nel portare un carico di energia notevole in diversi momenti. E anche l’operazione alla mano di Luca Severini dell’inizio di questo mese non è propriamente una notizia di quelle positive, vista la sua crescita nelle ultime due stagioni.

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Come si diceva, ora c’è il problema di come impostare una squadra completamente diversa. Chiavi in mano, si capisce, a Gallinari, che sarà inevitabilmente chiamato a essere il go to guy della Nazionale azzurra. E, al solito, vicino a canestro ci sarà Nicolò Melli a dare il suo solito contributo in esperienza e capacità con pochi eguali di leggere qualsiasi situazione possibile e immaginabile. Inevitabile pensare a lui come all’uomo deputato a fermare tutti i big men delle avversarie, specialmente (se mai dovesse essere affrontata) quella Lituania dalla quale passa un certo signor Jonas Valanciunas.

Rimane a questo punto tutta un’altra serie di questioni. Si è parlato a lungo di inserimenti di naturalizzati, dopo la vicenda di Paolo Banchero che ha lasciato segni evidenti. Tant’è che alla chiamata di Donte DiVincenzo non è seguito un particolare giro di risposte, almeno pubblicamente, mentre della questione Drew Eubanks non si è più saputo nulla da alcune settimane. Chi è invece tornato sulla bocca di molti è Darius Thompson, se non altro per aver ottenuto il passaporto italiano per matrimonio, una felice novità che trae la sua origine dai suoi mai dimenticati anni a Brindisi. La questione si può mettere in questo modo: Eubanks aggiungerebbe qualcosa, ma non così tanto, mentre con Thompson lo spot di 2 avrebbe una carta decisamente di buonissimo livello da giocare.

Il tutto senza, però, scordare che in quest’annata ci sono stati anche dei tentativi di abboccamento su differenti fronti, leggere alla voce Marco Belinelli, che però di tornare in Nazionale non vuole proprio saperne (e, a 38 anni, è anche normale che sia così per vari motivi: vita, gestione del corpo e tanto altro) pur essendo rimasto tra i big del campionato italiano e uomo ancora capace di essere decisivo in Eurolega.

Con il quadro qui rimarcato, rimane da esplorare il tipo di squadra che Pozzecco metterà in piedi. Sotto canestro inevitabile pensare (anche) a Leonardo Totè ed Amedeo Tessitori come possibili cambi di Melli, mentre, tolta la questione play che non dovrebbe uscire dai tre nomi già citati, può essere interessante capire chi affiancherà Stefano Tonut da guardia (e ritorniamo anche a quanto già rimarcato). Restano due le domande fondamentali: quanto sarà importante il blocco di Milano e Virtus Bologna? Quanto sarà questa una squadra legata al gioco basato sul tiro da tre? Ai posteri l’ardua sentenza.

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