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Boxe, scontro CIO-IBA sui premi per le Olimpiadi: “Non è chiaro da dove vengano quei soldi. Manca trasparenza, a oggi è fuori dal 2028”
A poche ore di distanza dall’annuncio dell’IBA di 3,1 milioni di dollari di montepremi per medagliati e usciti ai quarti alle Olimpiadi di Parigi 2024, il CIO non perde tempo e si fa sentire, rimarcando ulteriormente la già grande distanza della boxe rispetto al consesso olimpico, dal quale rischia di uscire.
Questa la lettera del Comitato Olimpico Internazionale diffusa via social: “Il CIO ha preso nota della decisione dell’IBA circa i prize money. Come sempre con l’IBA, non è chiaro da dove vengano questi soldi. La totale mancanza di trasparenza finanziaria è esattamente una delle ragioni per cui il CIO ha disconosciuto l’IBA. L’IBA non era preparata a spiegare in modo trasparente l’origine delle sue finanze o a spiegare la sua completa dipendenza finanziaria, al tempo, da Gazprom, una singola azienda posseduta dallo Stato.
A causa della sospensione e del successivo disconoscimento da parte del CIO nel 2023, l’IBA non è stata coinvolta nelle qualificazioni olimpiche o nell’organizzazione del torneo olimpico 2020 né di quelli 2024. La qualificazione e i tornei olimpici sono stati e sono organizzati da unità per la boxe messe in piedi dal CIO, per proteggere atleti, federazioni e comitati olimpici nazionali.
Per tutte queste ragioni, il pugilato non è attualmente nel programma degli sport dei Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. Il CIO ha chiarito che non può organizzare di nuovo le competizioni olimpiche pugilistiche.
Per porre rimedio a questo, la boxe olimpica dev’essere organizzata da una credibile, ben governata federazione internazionale. Per questo è chiaro che qualunque pugile la cui federazione nazionale aderisce all’IBA non sarà in grado di partecipare a Los Angeles 2028. I rispettivi compitati olimpici nazionali dovranno revocare l’affiliazione di tale federazione nazionale“.