Tennis
Chi è Stefano Napolitano, il tennista che non ha smesso di sognare
“Finché c’è lo 0.1% di possibilità di raggiungere un risultato, perché smettere di sognare?“. Se lo sarà detto spesso Stefano Napolitano nella sua testa, dovendo fare appello alla propria forza interiore per superare infortuni in serie, che sembravano volergli dare un messaggio. La passione per il tennis è stata più forte e oggi, Stefano, 29enne biellese, ha conquistato il Pietrangeli.
Poco più di anno fa Napolitano era n.555 del mondo e, un anno dopo, ha raggiunto il best ranking di n.125 e il suo primo terzo turno in carriera di un Masters1000. Il duro lavora paga, ma soprattutto quel desiderio di continuare a dare colpi a una palla entro cui c’è una parte di sé.
Un percorso lungo, iniziato molto tempo fa, quando all’età di 14 anni, insieme a Matteo Donati in doppio era arrivato il prestigioso titolo nel torneo internazionale Les Petits As. Un’ascesa costante a livello junior, suggellata da ben sette affermazioni in singolari, ottenendo la posizione n.9 della classifica mondiale giovanile dopo aver conquistato il successo nell’Albierto Juvenil Mexicano.
Tutto sembrava apparecchiato, quindi, per qualcosa di grande. Il fisico però non era al passo dei sogni. Numerosi stop tra cui due ernie inguinali, diversi malanni alla schiena, la lesione a un tendine di un ginocchio e soprattutto l’operazione al legamento del gomito destro che nel 2020 lo ha tenuto out per più di tre mesi. Eppure, all’approssimarsi dei 30 anni, l’effetto second life è palpabile nel biellese.
Lo dicono i risultati dell’ultimo anno, perché quanto accaduto a Roma in questi giorni non è frutto di “illuminazione divina”. A febbraio è arrivata la vittoria nel Challenger di Bengaluru e il mese scorso il titolo nel Challenger prestigioso di Madrid. E così la situazione che si è venuta a creare nel torneo del Foro Italico è quanto il classe ’95 del Bel Paese aveva sempre sperato e ora contro il cileno Nicolas Jarry si vorrà dar seguito alla favola.