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F1, a Imola un weekend senza Sprint. Un bene o un male? Forse la struttura attuale dei GP ha perso il passo con i tempi

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Charles Leclerc
Leclerc - LaPresse

Dopo due weekend in cui abbiamo vissuto una Sprint race, l’imminente Gran Premio di Emilia Romagna di Formula Uno riproporrà una struttura canonica. Francamente, la situazione fa un po’ storcere il naso. Potrà non piacere, potrà avere un sistema di punteggio privo di senso, ma la gara breve rende indubbiamente più frizzante il fine settimana.

Quello che ci aspetta nei prossimi giorni è un venerdì privo di mordente, dedicato esclusivamente alle prove libere, al termine del quale si potrà effettuare solo qualche considerazione ipotetica in merito ai valori in campo, senza avere alcuna certezza in merito agli stessi, pronti eventualmente a essere stravolti alla prova dei fatti. Esiste, dunque, l’eventualità di una prima giornata priva di significato.

Forse l’attuale paradigma del Gran Premio – tre ore di free practice, seguite da una sessione di qualifica e dalla gara – comincia a sentire il peso degli anni. Bello o brutto, giusto o sbagliato, migliore o peggiore, il mondo di oggi è dinamico e frenetico. Le tempistiche dilatate non appartengono più all’ambito dello spettacolo, perché tale è ormai diventato lo sport.

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Forse la Formula 1 dovrebbe valutare l’ipotesi di valorizzare la Sprint, disputandola costantemente, come viene fatto in MotoGP (recentemente acquisita proprio da Liberty Media). Il Motomondiale ha dimostrato come la gara dimezzata possa avere una propria identità, cambiando completamente i connotati del sabato. In meglio, sia chiaro.

Ovviamente, il Circus dovrebbe cambiare radicalmente l’approccio verso la Sprint stessa, attualmente concepita come un “di più” e “un orpello promozionale”. Tuttavia, il potenziale non manca. Il venerdì diventa pregnante, il sabato frizzante e la domenica resta il climax dell’appuntamento.

Il 2026 sarà un anno in cui verrà implementata una rivoluzione sulle regole tecniche. Perché, dunque, non valutare l’ipotesi di mettere mano anche a quelle sportive, cercando un compromesso con i team manager per dare più valore alla Sprint?

Quando si crea qualcosa, è doveroso svilupparlo e utilizzarlo al meglio. Viceversa, tanto vale accantonarlo. Mandare in scena una mini-corsa “tanto per farlo” non ha senso.

Il 2024 è andato, verosimilmente accadrà lo stesso nel 2025, ma per il futuro c’è l’opportunità di mettere le cose in chiaro una volta per tutte. Se Sprint deve essere, allora che sia con costanza. Altrimenti saluti e baci, esperimento accantonato.

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