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Roland Garros
Flavio Cobolli sfiora l’impresa con Rune: “Non meritavo di perdere, lui ha sempre qualche trucchetto”
Sensazioni contrastanti sono quelle che si hanno al termine della sfida tra Holger Rune e Flavio Cobolli. Il danese, testa di serie n.13, ha rispettato i favori del pronostico e si è imposto, ma l’andamento del match è stato del tutto diverso dalle aspettative. Sì, perché Cobolli ha dimostrato con i fatti e non a chiacchiere quanto il suo livello sia vicino ai giocatori di vertice, specie nella lotta.
Il danese l’ha spuntata al super tie-break del quinto set, subendo la rimonta di Cobolli che aveva perso i primi due set e venendo messo alle corde dai colpi poderosi dell’italiano. Non è un caso che Flavio abbia avuto numerose chance nel quinto parziale: tre palle break consecutive nel nono game, avanti 5-0 e 6-2 nel super tie-break. Per questo, l’epilogo lascia un po’ d’amaro in bocca, ma anche l’idea che se il classe 2002 del Bel Paese dovesse continuare a lavorare con questa mentalità, ci sono traguardi ambiziosi davanti a lui.
Ne ha parlato in conferenza stampa il tennista nostrano, al termine della sfida di secondo turno del Roland Garros 2024: “Lui ha già giocato forse una ventina di match del genere mentre per me era il primo. Sono orgoglioso di me quindi va bene così. Rune fino all’ultimo cerca un escamotage per rientrare in partita. Ha sempre qualche trucchetto, è una sua qualità. Ed è stato più bravo di me. Non meritavo di perdere e per questo mi dispiace in po’“.
Entrando nel dettaglio: “All’inizio mi ha messo un po’ più di pressione. Durante la pausa per pioggia ho parlato col mio team che mi ha detto di fare il mio gioco, divertirmi, consapevole che la partita poteva girare. Abbiamo parlato in modo positivo, e quando sono rientrato in campo dopo la pioggia ero un altro giocatore. Con la sua palla piatta era difficile fare la palla corta. Il rovescio in generale me lo sento naturale e mi ci vado a rifugiare nei momenti difficili ma oggi non lo sentivo molto bene e spesso guardavo l’angolo per questo motivo. Sono contento della prestazione, ovviamente mi rode perché ci tenevo ad andare avanti. L’occasione più grande l’ho avuta sullo 0-40, 4-4 del quinto set. Nel super tie-break non ho avuto cali o scelte sbagliate. Lui ha più esperienza di me e sapeva che doveva farmi giocare più palle e così ha fatto. Io ho avuto un po’ di fretta. Non rimpiango nulla, sono un guerriero. Come avevo detto ho lottato e ci sono andato vicino“.
Una prestazione frutto di un lavoro a tutti i livelli che gli ha permesso di scalare la classifica nell’ultimo anno: “Sto facendo un buon lavoro fisico. Mi sentivo bene anche al quinto set, fino alla fine della partita. Non è scontato. Non ho mai fatto partite così; trovarsi dopo 3, 4 ore a combattere e stare bene vuol dire che c’è stato un grande miglioramento. Lavorando così posso arrivare dove sono i migliori. Non so in quanto tempo, quando e perché. Però facendo le cose fatte bene e stando così in campo, prima o poi potrò stare lì. Le cose su cui mi sto concentrando sono: servizio, colpi in taglio, volée e back. Ora mi sento sicuro a rete, quando sono in recupero sento di poter fare giocare all’avversario una palla in più. Con la mia dote fisica è importante fargliela giocare perché il punto può girare“.
E ora, in vista della stagione sull’erba, ci sono tanti punti interrogativi: “In bocca al lupo… Non c’ho mai giocato, devo partire da zero, non sono ferrato. Farò tre tornei prima di Wimbledon, partendo da Stoccarda. Dovrò studiare sul come mettere in difficoltà l’avversario su quella superficie“.
Dichiarazioni da Vanni Gibertini