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Giro d’Italia 2024, azzurri protagonisti nella prima tappa: Pellizzari e Caruso osano, Tiberi si gestisce bene

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Nicola Conci
Nicola Conci -LaPresse

Un avvio solido e da protagonisti per gli azzurri nel Giro d’Italia 2024, che poteva diventare apoteosi pura se Nicola Conci avesse portato a termine quella che sarebbe stata un’autentica impresa. Gli attacchi ripetuti del fenomeno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) hanno rimbalzato il serissimo tentativo dell’alfiere dell’Alpecin – Deceuninck a poche centinaia di metri dalla fine dello strappo di San Vito, ma anche lo sloveno ha subito una cocente delusione con la sconfitta in volata su Corso Moncalieri. La prima Maglia Rosa va infatti a gran sorpresa sulle spalle dell’ecuadoriano Jhonatan Nàrvaez, ma nella top-20 troviamo ben cinque bandierine tricolori.

Conci è appunto il migliore con il quinto posto finale, ma Antonio Tiberi 7°, Filippo Ganna 11°, Damiano Caruso 12° e Giulio Pellizzari 20° hanno superato il test del debutto a pieni voti, ovviamente andando a vedere le aspettative e gli obiettivi di ciascuno. Quello che possiamo dire è che agli italiani oggi non è assolutamente mancato il coraggio, quello che ha avuto senza dubbio Conci una volta scollinato il Maddalena. Il classe ’97 è andato vicino a realizzare il sogno di una vita, inizialmente seguendo l’attacco di Maximilian Schachmann per poi andare via in solitaria poco prima dell’ultimo strappo. L’azzurro è stato ripreso a pochissimo dalla fine del San Vito, e non è riuscito a tenere le ruote dei primi tre per poi giocarsi il tutto per tutto in volata.

Ma in quel drappello che ha animato la corsa, e messo in serie difficoltà l’UAE Team Emirates scopertasi assolutamente attaccabile, portato via appunto dal tedesco della BORA – hansgrohe e dal danese Mikkel Frølich Honoré c’erano anche altri due azzurri: Caruso (Bahrain – Victorious) e Pellizzari (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Partendo dal siciliano, che correrà questo Giro come chioccia di Tiberi, ma forse potendo sognare qualcosa in più, e che è stato tra i più attivi in quell’attacco. Dall’altezza della sua esperienza continuava ad esortare i compagni a girare e a darsi cambi regolari, perché appunto temeva il rientro sullo strappo finale di Pogacar.

Caruso ha osato e fatto vedere di avere una grandissima gamba, facendo anche una mossa tatticamente impeccabile andandosi ad infilare in un attacco sgravando dietro la Bahrain da qualsivoglia compito di mettersi davanti. Il nativo di Ragusa ha anche sprintato al traguardo volante di Moncalieri per prendersi 3″ di abbuono, facendo vedere di stare parecchio bene, elemento fondamentale quando nei primi giorni di un Grande Giro devi andare alla scoperta di come le gambe rispondono a tutta la preparazione.

Ma forse la sorpresa più lieta è quella di Pellizzari. Il giovane classe 2003 della VF Group – Bardiani CSF – Faizanè era uno di quelli da attenzionare per quel che riguarda gli appassionati italiani, e alla prima tappa è anche andato oltre alle aspettative. Il marchigiano ha fatto la volata sul Colle Maddalena per andarsi a prendere punti che potrebbero tornare utili per la maglia azzurra, obiettivo non dichiarato ma che potrebbe rientrare nei suoi radar. Per sua stessa ammissione non andrà a curare la classifica, troppo presto per un ventenne all’esordio assoluto in una corsa di tre settimane, e oltre a puntare le tappe la classifica di miglior scalatore potrebbe rappresentare un bel tassello, per lui che sguazza quando la strada sale.

In un Giro che l’UAE Team Emirates forse non potrà controllare a piacimento, Pellizzari può assolutamente essere una bella scheggia impazzita. L’azzurro poi faceva parte del drappello che si è avvantaggiato nel momento più caotico di giornata, ma ha anche avuto la forza di rispondere in prima persona ad una rasoiata di Pogacar, dopo essere partito in prima persona all’inseguimento di Conci sull’ultimo strappo. Al secondo attacco dello sloveno Giulio ha dovuto alzare bandiera bianca, ma ha dimostrato assolutamente coraggio e grande ambizione oltre ad una buona condizione.

Ganna aveva dichiarato che voleva vestirsi di Rosa alla prima tappa, e non è andato tanto lontano dall’obiettivo. Il campione olimpico dell’inseguimento a squadre si è presentato al via tirato a lucido, e nonostante l’andatura sulle ultime salite sia stata folle, ha tenuto fino all’ultimo le ruote dei migliori. Una prestazione assolutamente incoraggiante per il proseguimento della Corsa Rosa, con le due cronometro già cerchiate di rosso che potrebbero non essere gli unici obiettivi da inseguire. Per di più in una INEOS in grande spolvero, che oggi ha piazzato Narvàez in Rosa e Ganna e Thomas nel primo gruppetto, lanciando un messaggio di battaglia chiaro alla squadra emiratina.

Veniamo infine a Tiberi, la carta italiana principale per la generale. Una gestione a dir poco ottima quella del classe 2001, che ha risposto senza problemi al primo attacco di Pogacar, per poi lasciarlo andare e cercare di limitare i danni. Tenere scatti secchi su uno strappo del genere non è ancora nel repertorio dell’azzurro, che da buonissimo passista-cronoman-scalatore ha altri punti di forza. Escludendo lo sloveno però, e scorrendo banalmente l’ordine di arrivo, si può notare come il laziale sia a tutti gli effetti il secondo miglior uomo di classifica. 

Tiberi ricordiamo che avrà dalla sua parte oltre 70 km contro il tempo per guadagnare terreno, lui che fu campione del mondo a cronometro tra gli juniores, in una specialità che certamente lo vede favorito rispetto a tutti gli altri big, con il solito discorso a parte per Pogacar. In più Antonio ha visto di poter contare su una spalla in forma come Caruso, con la Bahrain che lo può supportare al meglio nelle prossime tappe, già a partire da quella di domani. Si arriverà ad Oropa, una salita mitica, sicuramente più nelle corde ed adatta alle caratteristiche dell’azzurro. Per l’Italia un avvio di Giro assolutamente incoraggiante, che sia un buon preambolo per tre settimane da ricordare.

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