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Hockey su ghiaccio: Italia, che chance sprecata a Bolzano. E in vista del 2026…

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Italia hockey ghiaccio / Carola Semino

I Mondiali 2024 di Prima Divisione di hockey su ghiaccio si sono conclusi da un paio di giorni e la sensazione, a posteriori, è che l’Italia di coach Mike Pelino, nella cornice della Sparkasse Arena di Bolzano abbia buttato via una possibilità grandissima di salire in Top Division. Il fattore campo conta e non conta, anche perché pure le altre nazioni, come l’Ungheria e la Slovenia, avevano in Trentino Alto-Adige una folta rappresentanza di tifosi: da mettere sul piatto della bilancia ci sono gli aspetti tecnici.

A costare caro, in fine dei conti, sono stati il punto perso contro il Giappone, dove non è arrivata una vittoria piena, ma ai supplementari, e – soprattutto – le due sconfitte contro Slovenia e Ungheria; positive invece le gare contro Romania (6-1, all’esordio) e Corea del Sud (8-1, in un contesto particolare).

Contro i nipponici il “Blue Team” ha dilapidato un vantaggio di due gol prima facendosi rimontare e poi riuscendo a riacciuffare la partita in maniera rocambolesca sul 3-3, fino a vincerla all’overtime. Poi però sono arrivate le sfide “pesanti” contro gli sloveni e i magiari. Contro i balcanici il verdetto del campo è stato eloquente: un ko subito per 2-0 con chiaro dominio degli slavi che si sono mostrati degli azzurri tanto in attacco quanto in difesa, cosa che non si può dire per la gara contro l’Ungheria dove l’Italia è stata più che presente ma non è riuscita a concretizzare l’ottima mole di gioco e di occasioni create sbattendo a più riprese contro le parate dell’estremo difensore Balizs.

Alla fine il verdetto della pista va accettato. Ora l’obiettivo deve necessariamente virare sui Mondiali 2025 quando, ancora una volta, il target sarà quello di tornare in Top Division. Di questa cosa c’è una duplice urgenza: la prima è quella di dare un senso al progetto tecnico e la seconda, pensando al 2026, è quella di presentare ai Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026 una formazione che sia nell’elite dell’hockey ghiaccio planetario, anche se con un ruolo di chiaro rincalzo.

Nei prossimi dodici mesi qualcosa dovrà cambiare intorno alla nazionale, anche perché di contro, l’attività relativa ai club quest’anno ha portato l’Alps Hockey League ad essere contraddistinta dal rendimento delle squadre nazionali, con l’ICE che ha visto, non fino alla fine, ma altrettanto, protagoniste Val Pusteria e Bolzano.

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