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Atletica
Il pioniere Simone Collio: “La mia Italia fu di transizione. Ora la 4×100 può fare meglio di 37″50”
Simone Collio è stato ospite nell’ultima puntata di Sprint2u, trasmissione di approfondimento sull’atletica leggera condotta da Ferdinando Savarese e andata in onda sul canale Youtube di OA Sport. L’ex velocista, ancora oggi quarto azzurro di sempre sui 100 metri con 10.06 (firmato a Rieti nel 2009) alle spalle di Jacobs, Tortu e Mennea, ha ripercorso le tappe principali della sua carriera facendo anche alcuni confronti con la situazione attuale del settore sprint in Italia.
“Una carriera discreta confrontandola ai risultati dell’atletica del giorno d’oggi, perché abbiamo un gruppo di velocisti che stanno facendo delle prestazioni veramente eccezionali. Il livello medio si è alzato tantissimo negli ultimi anni. I materiali sicuramente influiscono, inutile nasconderlo, ma credo che ci sia stata un’evoluzione anche dal punto di vista metodologico: un cambio generazionale, una visione a 360° per quanto riguarda il discorso del training e probabilmente un miglior reclutamento dei giovani che stanno calcando le piste d’atletica da parte della federazione e delle società. Tutto questo ha contribuito a rafforzare le prestazioni che si sono riproposte in questi anni“, dichiara il 44enne lombardo.
“Io arrivavo da un’epoca di transizione. Prima di me il miglior velocista vinceva gli Italiani con 10.25/10.30, mi ricordo Andrea Colombo e altri nomi. Poi ci sono stato io con tanti altri che avevano un po’ migliorato il livello medio della prestazione. A parte il personale di 10.06, io correvo stabilmente sui 10.15/10.20. Adesso c’è stato questo grande avanzamento con le performance di Jacobs, Tortu e via dicendo, ma una media che comunque si è elevata notevolmente“, prosegue Collio.
Sulla sua esperienza in Nazionale, dal debutto all’argento europeo di Barcellona 2010: “Con il professor Di Mulo ho fatto il mio esordio nella 4×100 nel 2003 in occasione della Coppa Europa a Firenze. Fu il mio debutto in Nazionale assoluta con la staffetta e Di Mulo mi scelse come secondo frazionista. Da lì poi ci fu il prosieguo della mia carriera fino agli Europei di Barcellona, probabilmente l’apice del mio percorso agonistico, con l’argento nella 4×100 ed il record italiano in 38.17 che eravamo riusciti a togliere ad un quartetto storico in cui c’era ancora la presenza di Pietro Mennea”.
“Il 2010 fu un bell’anno anche a livello individuale perché corsi una buona media stagionale. Adesso il livello della staffetta è totalmente diverso, perché abbiamo quattro ragazzi che hanno corso 37.50 e possono probabilmente andare anche più forte, quindi siamo ad un livello successivo, però noi abbiamo fatto il nostro“, dice l’ex atleta azzurro.
Sui pro e contro delle varie metodologie di allenamento: “Specialmente nella velocità ritengo che il gruppo di lavoro ed il confronto quotidiano in allenamento siano fondamentali. Isolarsi troppo non fa mai bene per tutta una serie di condizioni che si generano. Ci vuole sempre il confronto. Bisogna abituarsi a correre spalla a spalla con gente forte come te o anche più forte di te, perché ti puoi ritrovare in gara situazioni che hai già provato in allenamento abituandoti anche a correre di fianco a qualcuno che ti va via in accelerazione, facendo ripetute, blocchi di partenze e via dicendo. Sono tutte condizioni fondamentali per il raggiungimento di un risultato importante e fu una delle principali ragioni per cui mi trasferii a Rieti per allenarmi con una serie di velocisti“.
Collio ha poi svelato un retroscena sul progetto del training camp olimpico di Rieti che ospiterà da metà maggio il gruppo di allenamento di Rana Reider, in cui c’è anche il campione olimpico Marcell Jacobs: “È un camp organizzato principalmente per il gruppo di Rana. Io lo conosco da tanti anni, ha sempre allenato molti atleti europei e siamo amici da diversi anni. Collaboriamo da 4-5 anni ed era già da 2-3 stagioni che esprimeva il desiderio di organizzare qualcosa in Italia. È sempre stato un tecnico che negli anni in cui gli eventi clou sono in Europa ha sempre spostato il suo gruppo nel Vecchio Continente come base, per evitare i voli intercontinentali e avere una situazione di confort per allenarsi. Non aveva ancora mai provato l’esperienza in Italia. Quest’anno ho ritenuto potesse essere quello ideale, nella stagione olimpica e con gli Europei in casa a Roma, che è a circa 70 km da Rieti. È il camp di Rana, ma ospiterà anche altri atleti come Ivana Spanovic e la Nazionale bulgara, poi stiamo ricevendo altre richieste perché si sta spargendo la voce. Mi auguro che questo camp si potrà ripetere negli anni a venire e che potrà estendersi ad un livello superiore“.
Questo e tanto altro nella video intervista integrale a Simone Collio, nell’ultima puntata di Sprint2u.