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Ciclismo
‘La rasoiata’ di Ballan: “Pogacar deve gestirsi, Pellizzari c’è per le tappe dure, Milan mi ricorda Cipollini”
Scatterà domani, sabato 3 maggio, la 107a edizione del Giro d’Italia. Ogni giorno, al termine della tappa, troverete una rubrica in cui Alessandro Ballan analizzerà i temi più caldi ed interessanti della Corsa Rosa. ‘La rasoiata’, in onore di quella meravigliosa impresa che ci regalò a Varese 2008 colui che, ad oggi, è l’ultimo campione del mondo italiano in linea di ciclismo. Ballan, che in questo Giro d’Italia sarà testimonial di Banca Mediolanum, ci presenta i principali temi alla vigilia di uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno.
È AZZARDATO AFFERMARE CHE SOLO UN IMPREVISTO POTREBBE PRIVARE POGACAR DELLA VITTORIA FINALE IN QUESTO GIRO D’ITALIA?
Da quello che abbiamo visto gli anni scorsi e negli ultimi mesi, è logico che sia il favorito n.1, sarà dura per gli altri poterlo contrastare. Però tre settimane sono dure, i pericoli al Giro sono dietro l’angolo, possono accadere tante cose, puoi ammalarti, etc. Sarà importante che la squadra lo tenga fuori dai problemi, ma di sicuro questo Giro d’Italia può perderlo solo lui.
CHE APPROCCIO ASPETTARSI DA POGACAR, CONSIDERANDO IL TOUR DE FRANCE NEL MIRINO?
Io penso che lui faccia un Giro d’Italia non aspettando gli altri. Già ad Oropa mi aspetto che provi la gamba e, soprattutto, voglia capire chi siano i suoi avversari. Poi lascerà la maglia rosa ad altri corridori per non avere il peso di dover sempre controllare la corsa con la squadra, poi l’ultima settimana lo vedo più impegnato a fare sul serio. All’inizio potrebbe avere un po’ i freni tirati. Penso che la sua condizione sarà ottimale, ma non al 100%. È logico per lui lavorare al Giro per rifinire la condizione in vista del Tour de France. Lui è abituato ad essere sempre al massimo, non ricordo gare in cui non era in condizione. Probabilmente sarà protagonista già a Torino: sarà una tappa dove forse arriverà un gruppettino a giocarsi la vittoria e lui darà battaglia. Secondo me, pensando alla doppietta, dovrà affrontare un Giro senza esagerare troppo, poi dovrà fare recupero ed altura prima del Tour, dove troverà una concorrenza ben diversa.
AVVERSARI GIÀ RASSEGNATI IN PARTENZA?
Non si parte mai per il secondo posto, è logico che poi ti adatti alla situazione. Tutti partono per vincere la maglia rosa. Se però ti trovi un Pogacar in condizioni strepitose, allora poi pensi al piazzamento, un podio in un Grande Giro è sempre molto ambito da tutti. E poi ricordiamoci i punti in palio per le squadre.
COSA ASPETTARSI DA ANTONIO TIBERI
È un bel corridore, interessante: se continua a crescere così, sarà uno dei corridori ‘faro’ dell’Italia per le grandi corse a tappe. Per me deve fare esperienza, non si è mai misurato nella terza settimana. Io credo che lui voglia provare a tenere duro, ha in Caruso un alleato che lo può far star tranquillo. Io sarei più che felice di vederlo in top10. Per la top5 o un podio è un po’ troppo presto.
I PRETENDENTI AL PODIO
Thomas ha esperienza, è arrivato secondo l’anno scorso e corre in un team che sa come si affronta una corsa a tappe; Bardet è cresciuto molto, è arrivato 2° alla Liegi, in salita può fare più differenza rispetto ad altri. Attenzione poi a Uijtdebroeks, un ragazzo che promette molto bene e può fare qualcosa di bello.
DANIEL MARTINEZ MINA VAGANTE?
Tanti ragazzi hanno dei punti di domanda, per Martinez vale un po’ lo stesso discorso di Tiberi. L’obiettivo di questi corridori è quello di finire il Giro, perché questo ti dà poi più resistenza per gli appuntamenti futuri. E nel frattempo potrebbero provare a vincere una tappa.
L’ITALIA ATTENDE LO SCALATORE GIULIO PELLIZZARI
Pellizzari va forte in salita, è portato. Paga il discorso della cronometro. È giovane, ben venga che ci sia un italiano che stia crescendo in questo modo. Già avere un azzurro che può fare bene nelle tappe dure era un qualcosa che si era perso negli ultimi anni dopo Nibali.
IL CICLISMO ITALIANO INIZIA A VEDERE LA LUCE?
Io penso che il trend si stia invertendo. Anche per le singole tappe mi aspetto qualcosa di buono da Vendrame e Zana. Dobbiamo portare pazienza, abbiamo dei giovani che stanno crescendo. Sicuramente per ora non abbiamo il grande campione come l’Olanda o la Slovenia, ma in qualche anno la situazione potrebbe anche cambiare. Vediamo ad esempio come verrà fuori Tiberi nel prossimo biennio e speriamo che possa diventare uno dei nomi di riferimento.
UN PERCORSO CON TANTE SALITE E DUE CRONOMETRO LUNGHE
Ci saranno 70 km a cronometro: pochi rispetto alle edizioni del passato, piuttosto tanti rispetto ai tempi recenti. È un Giro molto bello, devi essere già pronto all’inizio, a Torino ma ancor più ad Oropa: lì capiremo già chi non può vincerlo, quella salita potrà essere fatale a più di un corridore. Il percorso è disegnato molto bene, come sempre bisognerà essere in forma la terza settimana.
MILAN SULLE ORME DI CIPOLLINI
L’anno scorso sprecò molto, quest’anno mi aspetto che con il cambio di squadra ci sia un innalzamento del livello nella gestione del treno. Ci ha abituato a vedere delle rimonte fenomenali, ma dispiaceva che perdesse delle volate a causa della posizione sbagliata. Mi aspetto che sia migliorato. Può essere il nuovo Cipollini, gli assomiglia molto fisicamente; rispetto a Super Mario va più forte in salita, è un po’ più completo, ma come punta di velocità sono assimilabili.
GANNA: CRONOMETRO, MA NON SOLO
L’obiettivo primario di Ganna sono le Olimpiadi. Lui ci tiene a far bene al Giro, i tifosi lo aspettano. Punterà alle cronometro, ma credo che ci proverà anche in una fuga da lontano, ammesso che ne abbia la possibilità, perché dovrà lavorare per il capitano Thomas.