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La scelta strategica di Djokovic a Ginevra: non è una novità e il precedente gli dà ragione…

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Djokovic / LaPresse

In molti sono rimasti sorpresi quando Novak Djokovic ha accettato la wild card messagli a disposizione dall’ATP 250 di Ginevra. In realtà, a ben vedere, non si tratta di una mossa poi tanto sprovveduta, perché le poche partite nelle gambe del serbo tra Sunshine Double e stagione rossa obbligano a una scelta del genere.

Un’idea, questa, che aveva già messo in pratica nel 2021. Anche se, va detto, si trattava di un anno particolare: le restrizioni da Covid-19 stavano diminuendo, sì, ma non erano finite. E sulla base di quelle il Roland Garros venne spostato praticamente d’imperio di una settimana in avanti, creandone una di buco. S’infilarono in quel mezzo Parma e Belgrado. Quest’ultima, in particolare, ebbe a disposizione i campi del centro proprio di Djokovic, che in effetti vinse il torneo sullo slovacco Alex Molcan.

In quell’occasione, il serbo andò poi a vincere il Roland Garros, anche se nella finale con Stefanos Tsitsipas si trovò due set indietro prima di rimontare il greco e dare la caccia a quel Grande Slam che gli sarebbe sfuggito soltanto all’ultimo, a New York e contro Daniil Medvedev, con il russo all’unica gioia Slam della sua carriera. In breve, quel Djokovic ebbe ragione, ma era un altro Djokovic, che in pochi potevano pensare di battere (e contro il quale il miglior Matteo Berrettini di sempre dovette sbattere per tre volte nei tornei maggiori).

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Questo perché oggi il numero 1 del mondo di dubbi ne ha tanti, davvero tanti. Non è ancora riuscito a vincere un torneo, a Indian Wells è uscito presto contro Luca Nardi, a Miami non ha giocato, a Montecarlo è stato sorpreso dal norvegese Casper Ruud, a Madrid non si è presentato e a Roma è stato vittima del torneo magnifico del cileno Alejandro Tabilo. Risultato: ora ha bisogno di giocare.

Una scelta, questa, che già Roger Federer fece nel 2021, il suo ultimo anno, pur di arrivare in una forma quantomeno decente al Roland Garros. Ci arrivò, ma dopo tre turni superati diede forfait nell’ottavo contro Berrettini prima di affrontarlo. Djokovic non è ovviamente un Federer quasi al passo d’addio: è, anzi, un giocatore ancora numero 1 del mondo e che ha tutta l’intenzione di restare in vetta, nonostante gli assalti che attualmente sono di Jannik Sinner. Rimane da capire quanto gli gioverà questa scelta: innanzitutto rischia un secondo turno contro Andy Murray, anche lui sostanzialmente rientrante.

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